Quello che stiamo per fornirvi è un’analisi statistica completa, con una tabella molto lunga ma molto approfondita di tutti gli atleti uomini che hanno preso parte a tutte le Semifinali CrossFit® 2024.
Si tratta di una classifica complessiva dell’intero roster (tutte le nazioni), messi in serie come se avessero partecipato tutti insieme.
Premessa fondamentale: i dati sono totali sui 6 wod, ma sul primo ha avuto un’incidenza molto forte il terreno di corsa; probabilmente avremmo dovuto depurare da quel dato (dove per esempio gli europei hanno avuto un percorso molto veloce), ma ci sarebbe sembrata un’analisi incompleta. Abbiamo comunque la possibilità di migliorare la statistica, se a qualcuno interessa.
La classifica si basa sui risultati ottenuti e riportati su games.CrossFit®.com, e a ogni partecipante è stato assegnato un punteggio in base al loro risultato.
Ad esempio, chi è arrivato primo nel wod 1 ha preso un punto, il secondo due, il terzo tre e così via. Questo metodo è stato replicato sui 6 workout e alla fine, facendo la somma, chi ha totalizzato meno punti è il vincitore.
Indice
Vediamo la tabella (in rosso gli atleti qualificati):
Le nostre riflessioni
Chi poteva vincere, se non il Fittest on Earth in Carica, ovvero quel Jeffrey Adler che ci sembra pronto e carico per il bis?
Il canadese non vince (a livello mondo) nessun wod, ma con 54 punti complessivi (2/6/5/18/10/13) stacca di ben 10 e 21 punti Dallin Pepper e Roman Khrennikov, secondi e terzi. Il monito è chiaro: i ragazzi della East Coast sono gli uomini da battere quest’estate in Texas.
Quarto posto per Gui Malheiros, tornato prepotentemente on stage dopo un anno di pausa, mentre il primo degli Europei è Lazar Dukic, quinto: dal serbo ci aspettiamo che mantenga le promesse più e meglio di quanto fatto nel 2023.
Solo dodicesimo, a testimonianza anche di un livello più basso del suo floor, il pluricampione Justin Medeiros, che ha vinto in North America West.
Dei 40 atleti qualificati, ben 6 sono fuori dalla top 40: si tratta di Cole Greshaber (45°) e Cole Sager (48°) di NAW, Ruan Potgieter (50°) africano, Ivan Kukartsev (56°) e Artur Semenov (81°) asiatici e Peter Ellis (65°) oceanico.
Al loro posto, nella classifica totale, avrebbero strappato il pass Seth Stovall di NAE, addirittura 26° overall e primissimo degli esclusi, ma anche Taylor Self, Dre Strohm e Tyler Christophel sempre NAE, e soprattutto i nostri Uldis Upenieks e Jonne Koski, il primo in particolare escluso nella competizione europea per un solo punto.
Altro dato interessante, vedere come sarebbe cambiata la classifica nei vari Paesi, considerando la classifica globale; c’è un solo atleta che può davvero mangiarsi le mani e si tratta di Tudor Magda.
Il ragazzo di Seattle, che cercava la seconda partecipazione élite (2022) dopo le tre partecipazioni Teen, nell’ipotetica classifica globale risulta ottavo nel suo continente, posizione con la quale avrebbe messo dietro sia Greshaber (nono nella realtà, ma nono anche nella globale) sia Sager, che avrebbe perso l’undicesimo biglietto per i Games, lasciando questo primato al solo Gudmundsson.
A proposito, se BKG e Sager sono decisamente i veterani del field, i rookies sono 9 su 40: 4 europei, 2 nord americani (uno da est, uno da ovest), un sudamericano, un africano e un oceanico.
Altri dati rilevanti
Se volessimo fare una piccola previsione, quello da cui ci aspettiamo di più è Aniol Ekai. Spagnolo, nella classifica generale risulta 14°, grazie soprattutto agli exploit nei wod 3 e 6.
Già l’anno scorso il basco aveva mostrato i muscoli, sfiorando in alcuni momenti un posizionamento valido per il pass, mentre quest’anno ha viaggiato sui Semifinals in sordina ma con grande consistenza: partito piano nei primi due giorni (ma sempre nei primi 20) ha fatto poi la differenza la domenica, dove ha strappato il quarto posto in modo autoritario.
Potrebbe ripercorrere la strada di Hoste, che lo scorso anno arrivò da Rookie ai semifinals e svolse poi dei Games da urlo, con un titolo di Rookie of the Year inspiegabilmente non riconosciutogli.
Fra i non qualificati, il top presenze ai Games è Ben Smith, con 12 partecipazioni di cui l’ultima, nel 2023, in team. Il trentaquattrenne vanta anche un primo posto, nel 2015.
Gli altri top veterani sono Koski e Forte (Oceania) con 9 partecipazioni (nelle varie declinazioni, elite, team e teen).
Le delusioni
Solitamente ne scegliamo una per competizione, ma concedetecene due per l’Europa, ve lo spieghiamo tra poco il perché.
Partiamo dall’Africa: ci aspettavamo decisamente di più da Kealan Henry, solo quinto.
In Asia il grande assente è Ant Haynes, che dopo la partecipazione da ripescato nel 2023 parte molto forte ma si arena sul finale a causa di un infortunio.
Per l’America Est aspettavamo con grande enfasi Jack Farlow, che sembrava in rampa di lancio ma che parte malissimo, vanificando un ottimo terzo giorno.
All’Ovest, è più un dispiacere che una delusione l’esclusione di Colten Mertens, capace di vincere due eventi ma beffato per un solo punto sul finale.
Per l’Oceania, hanno vinto i favoriti, ma ci mancherà Ben Fowler, che chiude ottavo. Infine in Sud America, la grande delusione è l’undicesimo posto di Augustin Richelme: l’argentino praticamente non è mai in corsa per la qualificazione.
Venendo all’Europa ci sentiamo di fare due nomi: il primo è Uldis Upenieks, già citato, capace di vincere i primi due eventi ma in fortissima sofferenza sugli altri, escluso per un solo punto. È un atleta che ha scritto la storia del nostro sport in Europa, e mancherà la sua Lituania fra le bandiere in Texas.
Altro nome che non possiamo non fare è quella dello Svizzero Colin Bosshard: chi lo conosce sa che persona e che atleta è, e tutti abbiamo fatto un po’ di tifo per lui. Ti aspettiamo l’anno prossimo Colin.
E il nostro italiano?
Enrico Zenoni chiude con un 67° posto che, statistiche alla mano, ci sentiamo di definire ottimo, in un contesto di altissimo spessore come quello europeo. Rispetto allo scorso anno, Zeno quest’anno non ha sbagliato nulla, e l’andamento medio dei suoi primi 5 wod (26/91/61/77/80) mostra una grande maturità e costanza di rendimento, non inficiata dal crollo sull’ultimo wod, dove sicuramente ha giocato un importante ruolo la consapevolezza del risultato.
Siamo certi che Enrico saprà costruire ancora su questa base decisamente ottima. Per altro, con i suoi risultati in Asia si sarebbe qualificato come secondo, anche in Africa l’ha battuto solo il primo, in Oceania avrebbe fatto quinto e in Sud America ottavo, a dimostrazione di come il – seppur giusto – riconoscimento agli altri continenti tolga però il posto a tanti europei e nord americani di livello altissimo.
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Analisi dell’età dei partecipanti
Chiudiamo con un’analisi sull’età dei partecipanti: il più giovane di tutti è Kaiden Steyn, 17 anni, undicesimo in Africa, 160° overall con un apice nell’evento cinque, che chiude 90°- di lui ne sentiremo parlare –.
Il più giovane dei qualificati è il francese Victor Hoffer, che ben conosciamo, sesto in Europa e 24° overall, secondo al mondo nell’evento 4.
L’età media dei qualificati è di 27,2 anni e il più esperto è Patrick Vellner, uno dei preferiti di tutto il roster, 34 anni e alla decima presenza sul floor.
Gudmundsson – come detto prima – è all’undicesima partecipazione, ma ha solo 31 anni e il potenziale per stabilire un record difficilmente battibile. Il più adulto di tutti è Johann Van Zyl, 39 anni e 25° in Oceania (187° overall).
Il nostro pronostico
Il Vincitore: I numeri non mentono: attualmente Jeffrey Adler sembra non avere rivali. Certo, in due mesi le cose possono cambiare, ma il canadese sembra davvero avere la maturità giusta per confermarsi.
I contendenti: Dietro di lui, Khrennikov e Garard sembrano i nomi giusti per completare il podio. Il russo è alla ricerca della prima vittoria che lo consacrerebbe definitivamente, anche se deve superare il suo limite principale che è quello di partire troppo forte e non riuscire a reggere il livello nel corso dell’intera competizione.
L’australiano, da parte sua, vuole cancellare definitivamente gli strascichi della squalifica: in Oceania ha passeggiato, vedremo se sarà sufficiente.
Gli Outsider: due nomi su cui puntare come possibili sorprese: Gui Malheiros e Jelle Hoste. I due ragazzi, con stili completamente diversi, potrebbero sbaragliare le carte, e rappresentare la grande sorpresa 2024.
Altri nomi: Dallin Pepper, Lazar Dukic, Justin Medeiros, Brent Fikowski, Patrick Vellner. Ognuno al proprio livello, parliamo di mostri sacri del floor, amatissimi dal pubblico e con un livello di esperienza pazzesco. Ciascuno di loro potrebbe rappresentare un potenziale vincitore.
La curiosità: un atleta che vi consigliamo di guardare con attenzione è Jack Rozema. Si è qualificato da Rookie sul palcoscenico più competitivo, dando l’impressione di un atleta solido e maturo. Ha 28 anni, quindi non è giovanissimo, ma pare essere davvero nel pieno delle forze e questo potrebbe rappresentare un fattore importante.
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