Ed eccoci di nuovo qui con l’analisi statistica completa di tutte le atlete donne che hanno preso parte a tutte le Semifinali CrossFit® 2024.
Si tratta, come nel caso degli uomini, di una classifica complessiva dell’intero roster (tutte le nazioni), messi in serie come se avessero partecipato tutti insieme.
Premessa fondamentale: anche in questo caso i dati sono totali sui 6 wod, nonostante sul dato pesi il terreno di corsa dei vari Paesi, ovviamente leggermente diverso per caratteristiche e quindi molto incidente sul risultato del wod 1.
La classifica si basa sui risultati ottenuti e riportati su games.crossfit.com, e a ogni partecipante è stato assegnato un punteggio in base al loro risultato.
Ad esempio, chi è arrivata prima nel wod 1 ha preso un punto, la seconda due, la terza tre e così via. Questo metodo è stato replicato sui 6 workout e alla fine, facendo la somma, chi ha totalizzato meno punti è il vincitore.
Indice
Vediamo la classifica (in rosso le atlete qualificate ai CrossFit® Games 2024):
Le nostre riflessioni
Se fra gli uomini la vittoria di Adler è parsa giusta, fra le donne quella di Tia Toomey non è mai stata messa in discussione, nemmeno per un attimo.
Overall, un primo, due secondi, un terzo, un quarto e un “incredibile” (!!!) undicesimo posto nei sei wod. Praticamente, dominio incontrastato per quella che non può che essere la favorita assoluta anche quest’anno, forse ancora più dei precedenti, nonostante il 2023 di pausa per la nascita della figlia.
L’australiana sembra davvero imbattibile, ma dietro di lei c’è molta più Europa di quanta non ce ne fosse nel roster maschile.
Non solo Horvat
Come detto, il primo posto pare essere totalmente fuori discussione, per cui concentriamoci dal secondo posto in giù.
La questione pare giocarsi fra Europa e North America East, con Laura Horvat ancora davanti a tutte, con un distacco notevole nei numeri ma non così schiacciante, almeno apparentemente, sul floor.
C’è da dire che anche alle Semifinals dello scorso anno l’ungherese non era sembrata così dominante, probabilmente perché, da un lato, lei stessa sa controllarsi e limitarsi al necessario per qualificarsi senza patemi, e dall’altro perché il dominio di Tia fa sembrare tutte le altre molto meno fenomenali di quanto, in realtà, non siano.
Dietro l’ungherese, è forte bagarre fra sei atlete totalmente diverse fra loro:
- Gabriela Migala: 25 anni ma già tantissima esperienza, che dà sempre l’idea di essere la prima fra le altre.
- Alexis Raptis: sua coetanea, sembra ormai giunta alla piena maturità.
- Karin Freyova: fortissima, con un piccolo gap rispetto a quel livello pazzesco sulla ginnastica.
- Emma Lawson: 19 anni, che pare stare su quel floor dalla nascita.
- Emma Tall: forse la nostra preferita, atleta sottovalutata ma che sta sempre davanti.
- E Danielle Brandon: una delle atlete più amate in tutto il mondo, con il suo stile da film americano, i capelli colorati e un livello pazzesco di ginnastica.
A proposito di nomi emozionanti: scorrete la classifica fino al posto n°16 mondo (sesta in NAE) e guardate un po’ chi c’è… proprio lei, Haley Adams!!
La aspettavamo tutti, non per valutarne la prestazione ma per gioire con lei nel rivederla sul floor. Ed è stata una vera festa!
Prestazione da top player assoluta, come se il tempo si fosse fermato, una sola defaiance sul wod 2 che ha preoccupato per un attimo i fan ma dalla quale è rientrata immediatamente.
I risultati? Quarta, centoquarantesima, quarta, terza, diciannovesima, trentunesima: the Queen is back!
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Piccola postilla: il fatto di non aver conseguito, overall, un risultato super eclatante (tipo seconda o terza nel suo continente) potrebbe sicuramente sgravarla di un po’ di aspettative e farla rendere ancora di più sul floor. Ma la cosa migliore sono le sue parole sui social: la ragazza sta di nuovo bene, e non possiamo che esserne felici!
Poco da dire, il floor femminile è di livello altissimo, con atlete letteralmente fenomenali. Scorrete la classifica e vi accorgerete che le prime 70 atlete erano tutte potenziali Games.
Un contesto pazzesco!
Pensate che l’Africa qualifica una sola atleta che è 80° overall, le 3 asiatiche sono 32°, 36° e 79°, la Speegle e la Milligan di NAW sono qualificate ma fuori dalle prime 40 (42° e 43°), la terza e la quarta dell’Oceania sono 57° e 69° overall e la seconda e la terza sudamericana 46° e 63°.
Al contempo, l’Europa mette 3 atlete in più delle qualificate (Lundberg, Angonese e Muir) nelle prime 40, e North America East addirittura 5 (Greer, Barnhart, Szewc, Wosny, Saghafi), con la Greer che, nella classifica generale, finisce davanti a Lexi Neel nonostante quest’ultima sia qualificata.
Ancora una volta, giusto dare spazio a tutti i continenti, ma il prezzo da pagare è l’esclusione di grandissime campionesse.
Le Italiane
Ci sono ancora parole per Elisa Fuliano? Ottava sul disumano floor europeo, quattordicesima al mondo. Eli è ormai nell’Olimpo delle grandissime, e il ruolo di regina del CrossFit® italiano è ormai superfluo.
È evidente, e vogliamo che sia molto chiaro, che il risultato non è scontato, e che dietro c’è un lavoro e una dedizione assolutamente fuori dal comune, ma è altrettanto evidente che la vera sorpresa, ormai, sarebbe vedere l’atleta genovese (ma torinese d’adozione) fuori dalle qualificate.
Se guardiamo la persona, conosciamo le fatiche che affronta ogni giorno, le paure e gli ostacoli; se guardiamo l’atleta, il fatto che stia lì è fuori di dubbio.
Per quanto riguarda le altre, andando in ordine di classifica:
- Martina Borrini ha fatto un vero capolavoro! Chiude 28° in Europa da rookie e 96° overall; il suo wod è stato il secondo, dove chiude con un fantastico 47° posto mondo, mentre ha decisamente patito il terzo (195°); ottima esperienza e base di partenza per la ragazza di Novara, che aspettiamo l’anno prossimo sul floor quando, ci auguriamo, l’Europa avrà più slot a disposizione.
- Jasmine Ghilardi chiude 115° overall (33° in Europa). La bergamasca è una delle nostre atlete preferite, sempre con il sorriso sulle labbra, ormai super esperta del floor nonostante sia fra le pochissime partecipanti a non essere atleta a tempo pieno. Jasmine dimostra consistenza e forza, senza acuti particolari ma senza alcun cedimento. Una sicurezza per tutti noi appassionati, che sogniamo di vederle fare il salto di qualità definitivo. Sponsor, date una possibilità a questa ragazza!
- Infine, Chiara Salandra: 38° in Europa e 142° al mondo. Dopo l’esperienza in team, Chiara torna a gareggiare individual facendo la sua gara e stando dentro alla competizione fino all’ultimo. Il gap con le prime, in questo contesto, è ancora ampio, ma Chiara ha dimostrato negli anni di saper costruire e soprattutto di avere una testa molto forte. Deve lavorare su queste premesse per riuscire a rientrare almeno nelle prime 20 europee, risultato che, secondo noi, è perfettamente alla sua portata.
Delusioni
Dato il livello del floor, è molto difficile trovare delle delusioni. Tutte le atlete hanno fatto del loro meglio e nessuna ci è parsa nettamente al di sotto delle aspettative.
Facciamo tre nomi, ma solo perché sono atlete da cui ci aspettiamo di più, anche se competevano su un terreno davvero tosto: Manon Angonese, Olivia Kerstetter, Rebecca Fuselier.
La belga ha fatto dei Semifinal sotto al livello che ci aspetta da lei. Confermarsi non è mai facile, ma è sembrato che avesse il freno a mano tirato, che tenesse i giri troppo bassi. Vedremo presto se si tratta di un incidente di percorso o se invece sarà un trend.
Per quanto riguarda Olivia, prima delle escluse in NAW nonostante un primo e un secondo posto mondo nei sei eventi, siamo delusi soprattutto perché ci sembra non evoluta.
Nel terzo continente per competitività, ci aspettavamo che la Rookie of the Year 2023 potesse fare la differenza, invece ci è sembrata molto indietro nel dominio del cardio.
A questi livelli, non si può trascurare un aspetto così importante, e il 169° posto mondo nel primo WOD, al netto dei discorsi fatti in premessa, è lì a testimoniarlo.
Chiudiamo con Rebecca: super influencer, fra le prime tiktoker globali del CrossFit®, ci eravamo innamorati di lei ai Games 2022 dove, da Rookie, fece un’ottima figura.
Oggi la ragazza di Dallas sembra soffrire del problema opposto alla Kerstetter, cioè di un gap fisico troppo importante che l’ha fatta crollare in classifica sia nel primo Wod (corsa e snatch) sia nel quinto (ladder di snatch). Ci mancherai, Rebecca, ma ti aspettiamo l’anno prossimo più forte che mai!
Fra le escluse, menzione d’onore per Lydia Fish, Erica Folo e Trista Smith, tutte e tre giovanissime e che promettono di essere il futuro di questo sport, mentre il grande nome che quest’estate sarà costretta a guardare le avversarie da casa è sicuramente Amanda Barnhart, 32 anni e ben sei partecipazioni ai Games alle spalle.
Analisi dell’età dei partecipanti
Il dato più eclatante è senza dubbio l’età di Andreia Pinheiro, 41 anni e terza qualificata per il Sudamerica. La Brasiliana, lo scorso anno seconda ai Games nella categoria 40-44, si qualifica elite per la prima volta a un’età in cui molti di noi si dedicano al tressette. Complimenti!
L’età media delle qualificate è di 27,7 anni, e la più giovane è Emma Lawson, 19 anni e quarta volta ai Games, terza da Elite, con un sesto e un secondo posto nelle prime due apparizioni, un vero fenomeno.
Ben 4 le diciassettenni sul floor dei semifinals: Lucy Mcgonigle (60°, Europa), Reese Littlewood (83°, NAE), Kendall Gilmore (148°, NAW) e Bergrós Björnsdóttir (168°, Europa). La più esperta è invece Brooke Tuatao, 219° overall (Oceania).
Il nostro pronostico
Non ci costa nulla dire che vincerà Tia-Clair Toomey, seguita da Laura Horvat: il pronostico è piuttosto scontato.
Per il terzo posto, noi come detto tifiamo per Emma Tall ma vediamo favorita Alexis Raptis, che ci è parsa al massimo della sua espressione, anche se come abbiamo cercato di dimostrare il gap fra le prime 10/15 atlete (tolte le due fuoriserie) è talmente risibile che ci potrebbero essere anche grandi sorprese.
Alziamo l’asticella per Elisa, che ci piacerebbe riuscisse a confermarsi nelle prime 15, con il sogno che ci possa regalare, dopo il primo wod vinto ai Semifinals, anche il primo vinto ai Games, dopo averlo sfiorato sia il primo anno, quando fu penalizzata da un’inspiegabile penalità, sia il secondo, quando venne battuta solo da Danielle Brandon, che oggettivamente corre più veloce sulle mani che sui piedi! ?
Sarà una grande, grandissima estate!