Negli ultimi giorni, il panorama del fitness competitivo è stato travolto da una nuova polemica: Alex Gazan, vincitrice del primo evento del World Fitness Project (WFP), ha ammesso pubblicamente di aver assunto una sostanza contenente THC poco prima della gara.
Durante un’intervista su un podcast statunitense, l’atleta ha raccontato di aver preso una “gummy” (caramella gommosa contenente 2 mg di THC e CBD), comunemente venduta negli Stati Uniti, per favorire il sonno e il recupero fisico. L’episodio ha rapidamente acceso il dibattito sul doping nel CrossFit®, specialmente dopo che la notizia è stata rilanciata dal sito The Barbell Spin.
Indice
THC e CrossFit®: sostanza proibita o lecita?
Il THC (tetraidrocannabinolo) è la principale sostanza psicoattiva presente nella cannabis ed è normalmente inserito nella lista delle sostanze vietate dalla WADA (World Anti-Doping Agency). Tuttavia, il World Fitness Project non è affiliato alla WADA, e le sue politiche sulle sostanze dopanti sono autonome e in costante aggiornamento.
Secondo quanto dichiarato da Will Moorad, Direttore Sportivo del WFP, la cannabis è stata rimossa dalla lista delle sostanze proibite già a marzo 2025, prima dell’inizio della competizione. Una decisione che segue il trend delle grandi leghe sportive americane come NBA, UFC, MLB e NHL, che non penalizzano più l’uso di cannabis a scopo medico o ricreativo.
La questione della trasparenza: cosa sapevano gli altri atleti?
Nonostante l’intenzione progressista, il problema più grande emerso riguarda la mancata comunicazione ufficiale. Alcuni atleti, tra cui Gazan, erano già stati informati della modifica; altri no. Il regolamento aggiornato, infatti, è stato pubblicato soltanto il 23 maggio 2025, ovvero dopo l’inizio del primo Tour Stop. Questa discrepanza ha sollevato dubbi su equità e trasparenza all’interno della competizione.
Diversi membri della community si sono chiesti: se solo alcuni sapevano della modifica, è giusto che abbiano potuto comportarsi diversamente? È un rischio di diseguaglianza che, in un contesto competitivo, può compromettere la credibilità dell’intero evento.
Il comunicato ufficiale del WFP
Per chiarire la situazione, il WFP ha diffuso un comunicato ufficiale il 22 maggio 2025. Di seguito, la traduzione integrale:
“Da quando il World Fitness Project ha implementato i test antidoping nel mese di marzo, abbiamo effettuato 40 controlli tra i nostri eventi e competizioni,” ha dichiarato Moorad. “Siamo lieti di comunicare che tutti e 40 i test sono risultati negativi. Questo risultato riflette l’impegno dei nostri atleti verso una competizione pulita e leale, mantenendo gli standard di integrità che definiscono la nostra lega.”
“Come parte del nostro approccio in evoluzione alla politica sulle sostanze, il WFP ha deciso di escludere la cannabis dall’elenco delle sostanze proibite nel mese di marzo, prima dell’inizio del primo Tour Stop. Questa scelta è in linea con gli standard moderni adottati da molte organizzazioni sportive professionistiche di alto livello, come NBA, UFC, MLB e NHL, che hanno rimosso le penalità per l’uso di cannabis. Riconosciamo che la cannabis non è una sostanza dopante e che il suo utilizzo, sia medico che ricreativo, è legale in molte giurisdizioni. Il nostro obiettivo rimane garantire la sicurezza degli atleti, l’equità delle competizioni e lo sviluppo di politiche responsabili e progressiste.”
“Il WFP è impegnato per uno sport pulito e per un approccio moderno al benessere degli atleti,” ha concluso Moorad.
Rischi per la carriera di Alex Gazan?
Al momento, non ci sono provvedimenti disciplinari nei confronti di Alex Gazan. Tuttavia, se in futuro dovesse partecipare ad eventi regolati dalla WADA (come i CrossFit® Games), la presenza di THC nel suo organismo potrebbe costarle cara. CrossFit® Inc., infatti, ha in passato squalificato atleti per infrazioni commesse in altre leghe, anche in assenza di controlli ufficiali interni.
Conclusioni: tra progressismo e caos normativo
Quello che doveva essere un aggiornamento positivo nelle politiche sulle sostanze del WFP, si è trasformato in una vicenda controversa a causa di una comunicazione tardiva e disomogenea. Il caso Alex Gazan THC CrossFit® è un campanello d’allarme per tutte le federazioni emergenti: regolamenti chiari, trasparenza con gli atleti e aggiornamenti ufficiali sono essenziali per costruire una competizione sana, credibile e progressista.