Due ragazzi, due storie diverse, un obiettivo comune: portare il tricolore sul podio dei Mondiali Hyrox a Chicago 2025. Francesco Fioravanti ed Edoardo Mariotti non sono atleti professionisti, non vivono di sport, eppure si allenano ogni giorno come se fosse il loro unico lavoro.
Tra giornate piene, trasferte di lavoro e notti di recupero rubate al sonno, sono riusciti a costruire qualcosa di straordinario: un percorso fatto di fatica, complicità e passione, che li ha condotti fino alla qualificazione a una delle gare più toste del panorama fitness internazionale.
Li abbiamo intervistati per scoprire com’è nato tutto, cosa rende speciale Hyrox rispetto al CrossFit®, come si stanno preparando e quali sono i momenti più duri — e quelli più emozionanti — di questa avventura.
Se pensi che per inseguire un sogno servano solo tempo libero e talento, questa storia ti farà cambiare idea. Preparati a conoscere due atleti che, con costanza e dedizione, hanno trasformato la passione in performance, dimostrando che il limite è solo un punto di partenza.
Indice
Intervista a Francesco Fioravanti e Edoardo Mariotti – Mondiale Hyrox 2025
Ciao ragazzi, ci raccontate un po’ del vostro background sportivo?
Francesco: Ho sempre praticato sport fin da bambino, ma senza mai affezionarmi a una disciplina in particolare. Da piccolo ho provato calcio, nuoto e tennis, ma la mia vera esperienza sportiva è stata nel beach tennis, dove ho giocato a livello agonistico per diversi anni, arrivando a vincere il Mondiale Under 18.
Tuttavia, intorno ai 20 anni ho smesso di giocare ed esplorato altre strade.
Nel 2018 ho iniziato con il CrossFit® e da allora non ho più smesso. Ho sempre preferito le gare a team, spesso con Edoardo (con cui mi alleno regolarmente) o con altri ragazzi della mia palestra.
Edoardo: Io, purtroppo non ho un vero e proprio background sportivo, cosa che cambierei sicuramente se potessi tornare indietro.
Tra una partitella al campo con gli amici e l’altra, ho iniziato con la sala pesi attorno ai 18 anni e, piano piano, mi sono avvicinato a discipline abbastanza agli antipodi: il powerlifting e il calisthenics.
Da lì è nato il mio percorso verso la performance, nonché una sorta di ossessione nell’essere un atleta il più completo possibile. La naturale conseguenza è stato il CrossFit®, che ho iniziato nel 2018 e che tuttora porto avanti parallelamente alla preparazione specifica per Hyrox.
2. Quando e come avete scoperto l’Hyrox?
L’Hyrox è entrato nella nostra vita quasi per caso. A fine 2023, dopo aver fatto le qualifiche per la Modena Winter Team Challenge, abbiamo pubblicato i nostri score, ma dalla classifica unofficial risultava che eravamo fuori dalla competizione.
Avevamo già sentito parlare di Hyrox, soprattutto sui social, e abbiamo deciso di iscriverci alla tappa di Torino di febbraio 2024, così da avere comunque un obiettivo.
Poco dopo, però, i giudici hanno rivisto i video delle qualifiche di Modena e ci siamo ritrovati dentro anche a quella gara, perché molti atleti davanti a noi avevano totalizzato diverse no rep.
Alla fine, quindi, abbiamo partecipato sia a Modena sia al nostro primo Hyrox, piazzandoci – senza alcun tipo di allenamento specifico – nella top 10 di categoria.
3. Quali sono le principali differenze che avete riscontrato tra CrossFit® e Hyrox?
A livello di allenamento, Hyrox è molto più lineare rispetto al CrossFit®. Nel CrossFit® devi prepararti per una vasta gamma di esercizi e domini di applicazione; le combinazioni tra questi sono praticamente infinite, mentre in Hyrox sai esattamente cosa ti aspetta in gara, quindi la programmazione può essere molto più mirata e strutturata.
Mentalmente, la sfida è diversa: nel CrossFit® affronti workout ad alta intensità, ma di durata variabile, mentre in Hyrox devi sostenere un ritmo elevato per oltre un’ora, gestendo le energie con intelligenza per non crollare a metà gara.
4. E com’è stato il vostro percorso di qualificazione ai Mondiali di Chicago 2025?
La nostra seconda gara Hyrox è stata quella di Rimini, durante il Rimini Wellness 2024. Abbiamo chiuso al terzo posto nella categoria 30-39, ottenendo il secondo miglior tempo italiano e, con questo risultato, ci siamo qualificati per i Mondiali di Chicago.
È stato un momento speciale, perché era solo la nostra seconda esperienza in questa competizione, e già ci siamo trovati proiettati su un palcoscenico internazionale.
5. Come vi state preparando per i Mondiali Hyrox di Chicago?
Francesco: Da sempre seguiamo la programmazione di Marcello Gamberoni con FPL (Functional Performance Lab) per il CrossFit®. Alla fine, Hyrox è semplicemente un lungo workout di endurance, e FPL ci ha già preparati a competere ad alto livello.
Fino a metà ottobre 2024 non abbiamo modificato nulla nella programmazione perché eravamo concentrati sulla 059 Classic, che ho vinto nella categoria Regular MMM con il team FPL – MA NON È CHEEEE (insieme a Lorenzo Aprea e Nicolò Rossi).
Dopo quella gara, abbiamo spostato il focus su Hyrox, sempre sotto la guida di Marcello, che in collaborazione con Emilio Rossini ha creato “Nin9 Hybrid”, un nuovo programma focalizzato appunto su Hyrox.
Ovviamente, sono cambiati alcuni elementi della training week rispetto alla programmazione per il CrossFit®: l’aspetto “engine” ha assunto un ruolo centrale, i volumi di corsa sono aumentati parecchio e gli stimoli metabolici (muscular endurance) sono molto più dilatati.
Curiamo le skill in generale su tutti gli elementi, ma soprattutto sulle slitte, che rimangono le stazioni più insidiose.
Edoardo: Francesco ha già descritto tutto perfettamente. La differenza sta nel fatto che la mia ultima gara pre-preparazione Chicago è stata la Parma 4 Games, in categoria Regular MMMF (dove, tra l’altro, eravamo in team insieme), che abbiamo chiuso quarti overall.
Più recentemente ho partecipato anche alla Bologna Throwdown, in team categoria Regular MM, ottenendo un dignitoso sesto posto overall e vincendo il wod della finale.
Tutto questo testimonia che, pur seguendo una preparazione mirata per Hyrox, il mio livello di CrossFit® si è mantenuto semplicemente rinfrescando qualche skill specifica.
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6. Hyrox è una competizione molto intensa e voi avete anche altri lavori. Come gestite il recupero e la nutrizione?
La chiave è affidarsi ai giusti professionisti e costruire una routine efficace. Lavorando a tempo pieno, è fondamentale ottimizzare il recupero e la nutrizione.
Seguiamo un piano alimentare specifico, ci alleniamo con una programmazione strutturata e diamo grande importanza alla gestione del sonno e del recupero muscolare.
La parte più difficile resta la gestione delle trasferte di lavoro, di cui entrambi soffriamo in periodi diversi e con durate variabili. Lontano da casa – che a volte può essere anche dall’altra parte del mondo – bisogna adattarsi il più possibile e cercare di dare continuità al piano di allenamento, compatibilmente con le strutture presenti in loco e il tempo effettivamente a disposizione.
7. C’è una parte del percorso Hyrox che temete di più?
Fra: Probabilmente la parte più impegnativa è quella delle slitte, che sono molto pesanti e richiedono una combinazione di forza, resistenza e tecnica. È il momento in cui senti davvero la fatica accumulata e devi stringere i denti per non perdere il ritmo.
Edo: Non essendo un colosso, la parte delle slitte è sicuramente quella che temo di più dal punto di vista competitivo. Spingere troppo sull’acceleratore – soprattutto nella pull – potrebbe significare andare fuori giri e compromettere il risultato finale.
Un altro momento difficile, soprattutto a livello mentale, lo avverto nel passaggio tra farmer carry e lunges. La fatica cardiaca e quella muscolare raggiungono l’apice, e mantenere l’intensità senza andare in protezione è una vera sfida.
8. Secondo voi, quanto conta la strategia in una gara come Hyrox?
Fra: Il motore è fondamentale, ma senza una buona resistenza mentale e una gestione intelligente della gara rischi di bruciarti. Hyrox dura circa un’ora a intensità elevata, quindi è essenziale dosare le energie e sapere esattamente quando spingere e quando controllare il ritmo.
Come in ogni workout lungo, se parti troppo forte rischi di crollare prima della fine.
Edo: Motore a parte, la strategia è davvero importante. Quella che adotteremo si baserà sui cambi rapidi, cercando di mantenere un’intensità il più alta possibile. Dove ci sono punti di forza individuali, cercheremo di sfruttarli senza però sbilanciare troppo il ritmo e rischiare il fuori giri.
Fondamentale per noi è la comunicazione: modifiche in corso d’opera al piano originale sono assolutamente previste e fondamentali, in base alle sensazioni di gara.
9. Quali sono le vostre aspettative per i Mondiali Hyrox di Chicago?
Siamo entusiasti di poter partecipare a un evento così prestigioso e daremo il massimo in gara. Sappiamo che il livello sarà altissimo e che, realisticamente, non possiamo puntare ai primissimi posti, ma affronteremo la competizione con la mentalità di chi vuole vincere.
Il nostro obiettivo è migliorare ancora, spingerci oltre i nostri limiti e uscire dalla gara sapendo di aver dato tutto.
10. Cosa direste a qualcuno che pratica CrossFit® e vorrebbe provare Hyrox?
Fra: Hyrox, alla fine, non è altro che un lungo workout di endurance, molto simile a quelli che facciamo in CrossFit®. Non mi stupirebbe vederlo come evento ai Games un giorno.
L’organizzazione è impeccabile e l’ambiente molto coinvolgente. Rispetto alle classiche gare di CrossFit®, è anche meno impegnativo dal punto di vista logistico: un’ora di gara e poi si torna a casa, senza dover rimanere in campo per tre giorni interi. Se ti piace l’endurance e la corsa non ti dispiace, provarlo è sicuramente un’ottima idea!
Edo: Riallacciandomi a quanto detto prima, è assolutamente possibile far coesistere le due discipline e, in molti casi, trarne benefici sia da un lato che dall’altro. La base di corsa è ahimè imprescindibile, cosa che a molti CrossFit®ter potrebbe non piacere.
Superato questo scoglio, però, si aprono orizzonti molto interessanti e il miglioramento del motore è percepibile fin dalle prime settimane. Non a caso, molti top player del CrossFit® si sono ormai buttati a capofitto nella sfida Hyrox, sdoganando in maniera decisa questo “woddone” endurance agli occhi della community.