La Battledrome 2024 era stata annunciata come uno degli eventi più attesi dell’anno nel panorama del CrossFit® italiano: un’arena spettacolare come il Vigorelli, un montepremi da capogiro (€20.000 euro), atleti di alto livello nazionali e internazionali pronti a darsi battaglia in un contesto adrenalinico e coinvolgente.
Per settimane, la community ne ha parlato con entusiasmo, condividendo foto, performance e momenti di gloria. Ma oggi, a distanza di 6 mesi dalla competizione, il dibattito si è spostato su un tema decisamente più delicato: la mancata erogazione dei premi.
Segnalazioni da parte di alcuni partecipanti, commenti circolati sui social e, più recentemente, un video approfondito pubblicato dal canale YouTube CF Media hanno sollevato dubbi, perplessità e richieste di chiarimento.
Cosa è successo davvero? Perché i premi non sono ancora stati pagati? E qual è la posizione degli organizzatori?
Indice
La promessa (poi scomparsa) di 20.000 euro in palio
Fin dalle prime comunicazioni ufficiali, la Battledrome 2024 si era distinta per l’ambizione e l’entusiasmo con cui si presentava alla community: tra gli elementi più di impatto, un montepremi da 20.000 euro — cifra notevole per una competizione italiana di CrossFit.
L’importo era stato ampiamente promosso sulla pagina Instagram ufficiale della manifestazione, attraverso post e visual accattivanti che mettevano in evidenza il valore economico dei premi destinati agli atleti.
Una cifra che aveva immediatamente attirato l’attenzione non solo dei partecipanti, ma anche degli addetti ai lavori e dei media partner, che hanno rilanciato e pubblicizzato ampiamente il valore del cash prize attraverso post, articoli e storie.
Il premio rappresentava una dichiarazione di intenti forte: premiare il merito, elevare il livello competitivo e fare un salto di qualità nel circuito nazionale e internazionale.
Eppure, oggi, quei post non esistono più.
Sulla pagina ufficiale dell’evento, ogni riferimento al montepremi è stato rimosso. Nessuna comunicazione pubblica è stata fatta per spiegare questa sparizione, né per aggiornare gli atleti o il pubblico. A complicare ulteriormente il quadro, alcuni media partner che avevano promosso la competizione — e lo stesso cash prize — hanno recentemente diffuso comunicati stampa in cui dichiarano di “non sapere nulla” della situazione e di “non essere coinvolti” nella questione.
Una posizione che, pur legittima sul piano formale, ha lasciato perplessi molti atleti e utenti della community: possibile che nessuno sapesse nulla? Come è possibile che un evento di tale portata venga promosso così capillarmente, e poi, nel momento del bisogno, tutti facciano un passo indietro?
Noi di CrossMAG, però, abbiamo scelto di non girarci dall’altra parte.
In un Paese dove troppo spesso si preferisce tacere per convenienza o per quieto vivere, crediamo che se si vuole davvero un cambiamento, sia necessario iniziare a parlarne. Senza attacchi, senza processi mediatici, ma con la volontà concreta di fare luce sui fatti. È proprio in momenti come questi che una community cresce: quando non si limita ad applaudire nei momenti di gloria, ma si interroga con coraggio quando qualcosa non torna.
Non si tratta di polemiche. Si tratta di rispetto. Per gli atleti, per il pubblico, per lo sport stesso.
Un’attesa che si prolunga… e si complica
Con il passare delle settimane — e poi dei mesi — l’entusiasmo iniziale ha lasciato spazio all’incertezza. Ad oggi, diversi vincitori del Battledrome 2024 non hanno ancora ricevuto i premi promessi, nonostante i podi siano stati ufficializzati, le classifiche pubblicate e l’evento si sia concluso da tempo.
Ciò che rende la situazione ancor più intricata non è solo il ritardo nei pagamenti, ma una gestione della comunicazione da parte degli organizzatori apparsa frammentata, spesso contraddittoria e priva di un canale chiaro e trasparente.
Nel video pubblicato da CF Media, Jason analizza con ordine le varie email ricevute dagli atleti: un materiale che offre uno spaccato piuttosto singolare sulla gestione del post-evento. Le giustificazioni addottate nel tempo sono state molteplici, e in alcuni casi sembrano sovrapporsi o contraddirsi a vicenda.
In una prima comunicazione inviata agli atleti, l’organizzazione afferma:
“In Italy, we always pay the prizes within 60 to 90 working days. Our president is no longer in the hospital; he is undergoing therapy. You will be contacted when everything is ready.”
(In Italia paghiamo sempre i premi entro 60-90 giorni lavorativi. Il nostro presidente non è più in ospedale; sta seguendo una terapia. Sarete contattati quando tutto sarà pronto).
La motivazione, dunque, sarebbe legata a problemi di salute interni allo staff, e alla necessità di rispettare delle tempistiche “standard” per i pagamenti.
Tuttavia, qualche tempo dopo, in una nuova email, il tono cambia e viene addotta un’altra motivazione:
“One of the main sponsors has yet to transfer the amount owed to Battledrome. This has caused damage to the brand’s reputation and its relationship with the athletes.”
(Uno degli sponsor principali non ha ancora trasferito l’importo dovuto al Battledrome. Questo ha danneggiato la reputazione del brand e il rapporto con gli atleti).
Una giustificazione differente, che sposta l’attenzione sul mancato versamento da parte di uno sponsor, rendendo la questione ancora più nebulosa. La comunicazione sembra quasi prendere le distanze dalla responsabilità diretta dell’organizzazione, lasciando intendere che il pagamento dipenda da terze parti.
Ma la cosa che più ha colpito molti atleti — come sottolinea anche Jason nel video — è l’assenza di un messaggio pubblico condiviso: nessun comunicato ufficiale sui canali social, nessuna presa di posizione chiara, solo mail private inviate a singoli atleti, spesso con contenuti differenti.
E nel frattempo, chi è salito sul podio continua ad aspettare risposte, in silenzio o con crescente frustrazione.
Il ruolo di Daniele, il cambio di gestione e un canale Telegram scomparso
Un altro elemento che ha contribuito a confondere ulteriormente le acque riguarda la struttura organizzativa dell’evento, che — secondo quanto comunicato a diversi atleti — sarebbe cambiata nei mesi successivi alla competizione.
In una delle email inviate recentemente, infatti, si legge:
“We are no longer the organizers of Battledrome. We strongly recommend that you contact Daniele directly.”
(Non siamo più gli organizzatori del Battledrome. Raccomandiamo vivamente di contattare direttamente Daniele).
Una dichiarazione che, seppur diretta, solleva più domande che risposte: chi erano i precedenti organizzatori? Come è avvenuto il presunto passaggio di responsabilità? E soprattutto, su chi ricadono oggi gli obblighi verso gli atleti?
Secondo alcune testimonianze, Daniele sarebbe entrato in carica di recente — si parla di una decina di giorni — con l’intento dichiarato di “mettere a posto le cose”. Da quanto emerso, avrebbe cominciato a contattare alcuni atleti per cercare soluzioni transitorie o rassicurare sull’intenzione di saldare i premi dovuti. Tuttavia, anche in questo caso, non tutti sono stati raggiunti, e molti dichiarano di non aver ricevuto alcuna comunicazione.
Ma c’è un altro dettaglio che in molti hanno notato e che potrebbe rivelarsi fondamentale: fino a poco tempo fa esisteva un canale Telegram ufficiale dedicato alla Battledrome 2024, un gruppo dove erano presenti non solo gli organizzatori ma anche i media partner della competizione.
Quel canale, oggi, non è più disponibile, ma diverse persone hanno conservato screenshot delle conversazioni avvenute lì dentro. E da quanto si vocifera, se quei messaggi venissero alla luce, potrebbero chiarire molti dei punti oggi oscuri.
Nel frattempo, senza un comunicato ufficiale che faccia chiarezza sul “passaggio di consegne” o sulla reale responsabilità attuale, il rischio è che ogni atleta si trovi a navigare in un sistema frammentato, dove ognuno riceve risposte diverse — o nessuna risposta.
Nessuna accusa, ma tante domande (e una parte 2 in arrivo)
È importante ribadirlo: ad oggi, non ci sono azioni formali né verso l’organizzazione del Battledrome né verso gli sponsor coinvolti. Tuttavia, quello che emerge chiaramente, e che viene condiviso da una parte significativa della community, è un crescente senso di frustrazione e incertezza. Gli atleti che hanno gareggiato, salito sul podio e vinto meritando ogni centesimo, si trovano ancora oggi a fare i conti con promesse non mantenute e comunicazioni frammentarie.
Il video pubblicato da Jason, fondatore di CF Media, si è limitato — con tono lucido e mai accusatorio — a mettere in fila i fatti noti, le email ricevute dagli atleti e le incongruenze emerse finora. Un lavoro utile e molto apprezzato, soprattutto per aver riportato il dibattito su un terreno pubblico, lontano dai silenzi e dalle mezze frasi che spesso avvolgono situazioni come questa.
Nel video, Jason solleva domande che molti nella community si stanno facendo:
– Perché non ci sono stati aggiornamenti pubblici da parte dell’organizzazione?
– Come mai i canali ufficiali sono stati in parte silenziati o ripuliti?
– Chi ha effettivamente gestito l’evento, e chi oggi ne detiene la responsabilità concreta?
Ma soprattutto: quando verranno pagati gli atleti?
A dimostrazione del fatto che la questione è tutt’altro che chiusa, Jason ha annunciato l’uscita di una “parte 2” del video, dove intende approfondire ulteriormente la vicenda. E lo farà non solo analizzando nuovi elementi, ma anche coinvolgendo direttamente i protagonisti, ovvero gli atleti.
“I’m working on part two of the Battledrome video,” ha dichiarato.
“And I’d love to interview any athlete involved who’s willing to speak up and share their experience
(Sto lavorando alla seconda parte del video sul Battledrome, e mi piacerebbe intervistare qualsiasi atleta coinvolto disposto a parlare apertamente e raccontare la sua esperienza.)
Una proposta forte, che può rappresentare un momento decisivo. Dare voce agli atleti non è solo un atto di trasparenza: è un passo verso la costruzione di un ambiente sportivo più maturo, dove anche le criticità possono (e devono) essere affrontate a viso aperto.
Il silenzio, invece, alimenta solo sospetti e distanza.
Disclaimer: CrossMAG è disponibile a raccogliere eventuali chiarimenti da parte degli organizzatori della Battledrome o delle parti coinvolte, per garantire la massima trasparenza verso i lettori.