Se cerchi un evento capace di unire esplosività, forza e resistenza estrema, la Red Bull 400 è l’appuntamento che devi conoscere. In 400 metri ti chiede tutto: gambe d’acciaio, cuore a mille, mente lucida. Non si corre su pista ma sul pendio di un trampolino del salto con gli sci, dal fondo fino in cima. Niente curve, solo salita: dritta, cattiva, senza tregua.
Indice
Cos’è la Red Bull 400 (in breve)
La Red Bull 400 è una serie internazionale di gare in salita lanciate nel 2011: 400 metri totali, circa 140 metri di dislivello positivo e pendenze che arrivano fino a ~37° (75% di pendenza). Si disputa su trampolini di salto in Europa, Nord America e Asia, con tappe iconiche come Bischofshofen (AUT), Planica (SLO), Einsiedeln (SUI) o Copper Peak (USA). È definita “la 400 metri più ripida del mondo”, e non a caso le immagini più famose ritraggono atleti a carponi nel tratto finale.

Come si svolge (format, categorie, percorso)
Il format è semplice e spietato: si parte dal parterre e si risale tutto il trampolino fino alla sommità. La superficie varia in base alla sede: erba o tappeti sul “landing”, tratti con reti cargo e tavole/gradini in legno sull’in-run per aiutare l’appoggio quando la pendenza diventa estrema. In molte tappe la giornata prevede batterie di qualificazione e finali. Oltre alla prova individuale (uomini e donne), spesso c’è la staffetta 4×100 m su salita, molto spettacolare.
Nota pratica: la gestione piattaforma per piattaforma può cambiare (percorso, uso di reti/gradini, numero di batterie), ma la filosofia resta identica: 400 metri in verticale senza concessioni.
Perché è famosa (e perché fa così male)
È l’antitesi della 400 su pista: zero velocità di crociera, solo debito d’ossigeno e lattato alle stelle. Red Bull ha raccolto i “numeri” della disciplina: su queste pendenze la frequenza cardiaca va a picco vicino ai 200 bpm nel tratto finale e il dislivello è circa +140 m in appena 400 m lineari. La combinazione la rende un test totale per sprinter, trail runner, fondisti e crossfitter: chiunque ami le salite estreme la mette in calendario.
A renderla celebre sono anche i tempi fuori dal comune e i nomi che l’hanno segnata. Nel 2018 lo specialista austriaco Jakob Mayer è stato il primo uomo sotto i 3 minuti (tempo di 2:48 a Einsiedeln), un riferimento che racconta la brutalità del format. Tra le donne, la fuoriclasse austriaca Andrea Mayr ha vinto il titolo mondiale 2018 a Bischofshofen in 3:56.1, crono da brividi su quel tipo di pendenza.
Tempi medi: quanto ci si mette davvero?
Dipende molto dalla sede di gara (pendenza reale, fondo, presenza di reti/gradini, quota) e dal livello dell’atleta. Ecco alcuni riferimenti reali, utili per farsi un’idea:
- Uomini élite (Europa): vittorie fra 2:48 e 3:40 a seconda della tappa (record 2:48 Mayer; a Zakopane 2020 il primo ha chiuso in 3:36.8).
- Donne élite (Europa): ~3:55–5:30; ad esempio Andrea Mayr 3:56.1 al mondiale 2018.
- USA – Copper Peak (tracciato molto impegnativo con reti/rampe): nel 2018 i vincitori hanno corso in 4:47.5 (uomini) e 7:15.3 (donne); nel 2019 la vincitrice femminile ha chiuso in 6:13.4. Questi dati mostrano quanto la sede possa allungare i tempi rispetto all’Europa.
E per chi non è élite? L’esperienza di gara e i report di tappa indicano che molti amatori ben allenati chiudono tipicamente tra 7 e 12 minuti, con una forte variabilità legata a gestione dello sforzo, tecnica sui tratti più ripidi e condizioni meteo. (Esempi e cronache dal campo lo confermano, specie sulle venue più “verticali” come Copper Peak.)
Red Bull 400 in Italia
L’Italia ha ospitato più edizioni in Val di Fiemme (Predazzo), sul celebre trampolino “Dal Ben”. L’evento ha richiamato runner da mezzo mondo, con formati analoghi al circuito internazionale e la consueta combinazione di qualifiche + finali, individuale e staffette.
(Nel 2020 una tappa era stata cancellata per ragioni sanitarie, ulteriore prova che il calendario può cambiare di anno in anno.)

Chi dovrebbe provarla (e come prepararsi in palestra)
Se ami le salite, i vertical e gli sforzi intensi sotto i 10 minuti, la Red Bull 400 è la tua gara. In ottica palestra, ha molto senso inserire:
- Spinte di slitta, step-up pesanti e affondi in salita per costruire forza specifica su quadricipiti e glutei.
- Intervalli brevi (30–90″) a intensità alta su treadmill inclinato o su scale per simulare la progressione ripida.
- Core e trazione (rematore, trazioni alla sbarra) per i tratti su rete/rampe, dove le braccia aiutano davvero.
Questi lavori parlano lo stesso linguaggio metabolico della gara e ti insegnano a spingere forte in salita senza “saltare” dopo 200 metri.
In sintesi
- Cos’è: una 400 m in salita su trampolino da salto, ~+140 m D+, pendenze fino a ~37°.
- Come si svolge: batterie + finali, individuale e spesso staffetta 4×100; percorso con tratti su erba/tappeto, reti e gradini.
- Perché è famosa: è la “400 più ripida”, immagini iconiche e tempi assurdi; HR vicino ai 200 bpm nel finale.
- Tempi medi: élite uomini ~2:48–3:40, élite donne ~3:55–5:30; amatori spesso 7–12′, con forte dipendenza dalla location.
Se stai pensando di metterti alla prova, fallo: sono “solo” 400 metri. Ma ti resteranno nelle gambe (e nella testa) molto più a lungo.









