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Dalla Sardegna al Lussemburgo: la vita di Mattia Vaccargiu tra CrossFit®, Famiglia e lavoro nel mondo finanziario

Nell’affollata e affascinante città di Lussemburgo, c’è una persona che si distingue per la sua determinazione, energia e straordinarie capacità multitasking: Mattia Vaccargiu, un coach sardo di 39 anni, che ha intrapreso un percorso di vita diverso, bilanciando abilmente la sua carriera finanziaria, il suo ruolo di papà premuroso di 3 adorabili bimbe e il suo coinvolgimento come coach al rinomato CrossFit® Valens.

Dopo essersi trasferito in Lussemburgo per motivi professionali, Mattia ha affrontato con entusiasmo le nuove sfide che la vita gli ha presentato.

In questa intervista esclusiva, scopriremo i segreti di Mattia per riuscire a bilanciare i molteplici ruoli che ricopre nella sua vita. Ci condividerà la sua filosofia di allenamento, i suoi obiettivi futuri e i consigli preziosi che ha imparato lungo il suo percorso.

Con uno sguardo unico sulla sua vita poliedrica, Mattia Vaccargiu ci dimostra che è possibile realizzare il successo in ogni ambito della vita, mantenendo al contempo una connessione profonda con i propri valori fondamentali.

Ciao Mattia! Intanto grazie per il tempo dedicatoci. Racconta un po’ di te ai nostri lettori!

Ciao a tutti! Sono Mattia Vaccargiu, ho 39 anni (40 a Ottobre), lavoro full time in ambito finanziario e mi alleno prevalentemente nella mia homegym e nella palestra in cui insegno di solito il sabato, CrossFit® Valens.

Prima di iniziare CrossFit® nel 2015, facevo breakdance (dall’età di 17 anni circa), con una particolare affinità per le figure acrobatiche high skills (chiamate powermoves).

Quando iniziai CrossFit® avevo l’idea di migliorare l’esplosività e le performance del breaking ma pian piano l’amore per il CrossFit® ha preso il sopravvento e dal 2019 non esercito praticamente più e ho lasciato da parte il ballo dedicandomi solo al CrossFit®.

Risvolto positivo? grazie al breaking, le skill di ginnastica non son state un ostacolo per me!

Cosa ti ha spinto ad andare a vivere in Lussemburgo?

Sono nato e cresciuto in Sardegna ma dopo la fine degli studi a Milano ho voluto sfruttare il periodo difficile (2009, piena crisi economica) per provare a fare un po’ di esperienza all’estero.

Insieme ad altri amici e colleghi siamo venuti qui in cerca di carriera e per una serie di coincidenze ci sono rimasto per più tempo del previsto. Quando mi ha raggiunto la mia fidanzata abbiamo deciso di mettere radici qui e sono nate 3 bimbe di 4, 2 anni e 10 mesi!

E com’è il panorama sportivo lì?

Direi che non c’è uno sport di riferimento. È uno stato piccolo, un granducato per la precisione, e sfornare talenti non è facile.

Probabilmente quello che va di più è il ciclismo, trainato dall’ex vincitore del Tour de France 2010 e 2012, Andy Schleck. Il CrossFit® è arrivato circa nel 2011 grazie a CrossFit® Valens e all’attuale proprietario di origine Islandese.

Come mai hai deciso di fare il level 2 di CF?

Quando presi il Lv1 nel 2018 era più per conoscere meglio la metodologia CrossFit®. Poi ho iniziato per gioco a co-insegnare nelle classi e finalmente ho scoperto che come coach potevo aiutare gli altri a muoversi meglio, sfruttare al massimo e rendere più piacevole l’ora alla box.

Il level 2 è un risultato naturale di questa passione, che preferisco rimanga tale, e quindi non diventi un lavoro vero e proprio.

Grazie al level 2 ho potuto approfondire le dinamiche di gestione della classe e dare più valore aggiunto al mio stile di coaching. Mi son reso conto che c’è veramente tanto da imparare e l’esperienza da sola non basta.

I trainer del level 2 sono straordinari e ho capito che fare il coach è un lavoro che tutti possono fare ma non molti lo sanno fare bene, a prescindere dalle certificazioni che si ha.

Sono contento perchè i membri del box apprezzano il mio stile e soprattutto la mia attenzione alla tecnica di esecuzione. Riconosco che ho sempre da migliorare e infatti torno a leggermi gli appunti del corso e provo a farmi un’autovalutazione dopo ogni classe.

Una cosa che ci ha incuriosito di te è il fatto che hai una vita piuttosto dinamica! Com’è la tua routine giornaliera?

Permettimi di distinguere tra la routine prevista e la realtà. Mi alleno 5 giorni a settimana concentrando l’allenamento la mattina presto, tra le 6 e le 7.30. Bevo solo un caffè e qualche frutta secca (datteri, prugne, albicocche) e scendo in palestra, nel seminterrato di casa.

Finito l’allenamento mi preparo e porto le bambine all’asilo e a scuola e poi vado a lavoro. Torno intorno alle 18.30/19 e tra cena e routine post cena siamo tutti a letto tra le 9 e le 9.30.

La realtà è che non è quasi mai cosi schematico e molto dipende da come è andata la notte, dato che le piccole (di 10 mesi e 2 anni) non hanno sempre il sonno regolare. Succede spesso che la sessione di allenamento venga ridotta a 50/60 minuti o semplicemente rinviata al giorno dopo se non ho dormito abbastanza bene.

Mi sforzo ad ogni modo di essere costante, facendo quindi almeno una parte del programma del giorno.

E segui una programmazione o una dieta specifica?

Ho seguito Comptrain per 5 anni, da quando sono diventato master 35. Apprezzo molto il fondatore Ben Bergeron, il suo mindset e la community di Comptrain che è cresciuta molto negli anni.

Ho però voluto cambiare, principalmente spinto dalla curiosità di provare altri programmi, senza nulla togliere a quello di Comptrain. Mi trovo molto bene con PRVN di Shane Orr (coach di Tia Toomey, Brook Wells, Saxon Panchik etc.).

Personalmente penso che per chi non compete ad alti livelli, le programmazioni sono in generale molto simili. Nel senso che i risultati arrivano a prescindere, se una persona ha la costanza di seguire il programma.

Con Comptrain, anche a distanza di anni (confrontando i risultati degli wod e i massimali), ho avuto miglioramenti piccoli ma costanti, nonostante il contesto familiare sia decisamente cambiato.

Come dieta ne ho provate diverse, dalla vegetariana alla paleo ma negli anni ho appreso che l’approccio flessibile è quello che mi piace e si incastra meglio con le mie esigenze. Per flessibile intendo che non guardo le quantità ma la qualità del cibo, che è quasi tutto preparato in casa (si, anche la pizza!) e spesso biologico.

Ci sono alimenti che ovviamente limito al massimo o se posso evito, come cibi processati, dolci (il cioccolato 85% non è tra i dolci), fritture, pane bianco, latticini, alcolici.

Questa è la regola praticamente per 20 pasti su 21 a settimana, quindi questo approccio mi permette di togliermi qualche sfizio ogni tanto senza aver nessuna ripercussione sulla performance o forma fisica.

Integro con creatina, proteine isolate, omega 3 e vit. D (il sole è un miraggio per 10 mesi su 12). Intra wod ultimamente sto prendendo amino acidi essenziali.

Ciò che molti sottovalutano però è la qualità del sonno. Con l’avanzare dell’età noto sempre di più che la mancanza di sonno o il sonno interrotto (per ovvi motivi) hanno un impatto più deleterio rispetto a uno o più cheat day.

Considerato che l’unica cosa che posso controllare (per ora) è la dieta, concentro gli sforzi su quello sperando di riuscire a dormir meglio nei prossimi tempi.

Ci hai raccontato che oltre ad avere il tuo lavoro nel campo della finanza, sei un coach part time e un papà. Come fai a conciliare il tutto?

Non è semplice e bisogna essere capaci di mettere delle priorità, abituarsi al multi-tasking ed essere flessibili.

Bisogna essere bravi a pianificare ma anche essere pazienti nel cambiare i piani all’ultimo. La famiglia rimane sempre al primo posto ma per il benessere mentale (oltre che fisico) è stato raggiunto un “accordo” in casa che almeno un’ora per 5/6 giorni a settimana mi sono concessi.

Film, serie TV, serate sono un ricordo ma sinceramente non mi mancano più di tanto. Per il lavoro ho la fortuna di aver la flessibilità di iniziare un po’ più tardi o lavorare da casa. Non avendo i genitori vicini, ci affidiamo alle strutture locali per tenere i bambini, ma non sempre basta, soprattutto il weekend.

Dulcis in fundo, per il 99% delle volte, i pasti giornalieri sono preparati da noi a casa quindi anche cucinare ci prende molto tempo perché variamo parecchio nelle varie fonti proteiche, glucidiche e lipidiche (non sono per il riso e pollo tutti i giorni).

Se dovessi dare un consiglio a un neo padre o a un padre bis che ha paura di non potersi più allenare o di non averne più il tempo, direi che il tempo e il modo si possono trovare anche con un paio di manubri e una kettlebell a casa in salone.

Bisogna capire a cosa si è capaci di rinunciare per investire nella propria salute, perché a prescindere che sia CrossFit®, l’attività fisica costante deve restare una priorità, soprattutto se si è genitori; se vogliamo giocare, correre, arrampicarci con i nostri figli dobbiamo essere forti, stare bene e soprattutto dare il buon esempio.

Parliamo di competizioni: le fai o le hai fatte?

Sono sempre stato competitivo nel breaking e lo son rimasto anche nel CrossFit®. A parte le gare locali in Lussemburgo (individuali o team) ho partecipato anche in Francia a Reims al Battle of the crown nel 2019 come Master 35 e sto aspettando la video review per quello di quest’anno come Master 40, a Novembre.

Essendo la prima “all’estero” è quella che mi ha segnato di più anche se si chiuse con un infortunio in una gara a ostacoli. In seguito, ho provato anche altre qualifiche, ma son un bell’ostacolo perché il livello dei master atlete è sempre più alto!

Data la mia stazza non favorevole, ho spesso risultati deludenti nei wod con rower e medball, non sempre compensati da buone performance negli wod con skills; partecipare alle gare per me è già un ottimo traguardo.

A parte quello, non è facile organizzarsi per partire a fare le gare dato che dovremmo far venire i nonni ad aiutare la mamma in mia assenza; partire in 5 è difficilmente un’opzione!

Cerco quindi le competizioni a 2/3 ore di macchina da Lussemburgo. Essendo in mezzo tra Francia, Belgio e Germania, la scelta non manca.

Quali sono i tuoi piani per il futuro? ti vedremo in qualche gara, magari in Italia?

Per me il CrossFit® è training per la longevità, quindi a lungo termine il mio piano è di continuare a fare tra 20 o 30 anni più o meno quello che faccio oggi, stare in salute, in forma e attivo fisicamente per più tempo possibile.

Nel frattempo amerei fare 2 o 3 gare all’anno per togliermi qualche soddisfazione ma non ad ogni costo.

Allenarsi per me deve essere un piacere e i wod di qualifica possono diventare uno stress aggiuntivo, soprattutto se il giorno in cui ti sei preposto di farli hai dormito 4 ore.

Per ora, essermi qualificato ai quarti di finale dei CrossFit® games come individual e come master (questi ultimi li ho anche fatti ufficialmente) è stato già un grande risultato.

Le gare in Italia sicuramente sarebbe una grande emozione nonché esperienza; mi piacerebbe per esempio farne una in Sardegna ma mi hanno sempre attirato il southern warrior, l’Italian showdown o le fall series. Logisticamente parlando non è semplice ma si potrebbe coniugare una vacanza in famiglia con una gara!

Ti auguriamo tutto il meglio e speriamo di vederti presto sui floor nazionali, Mattia! Se vi siete incuriositi, potete scrivere direttamente a lui sul suo profilo IG @sardogram.

 

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