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La dura verità sui cheat meals e la perdita di grasso

Nessuno si attiene scrupolosamente alla propria dieta per tutto l’anno; è vero che per diventare più magri e più muscolosi, bisogna mangiare una certa quantità di specifici cibi nutrienti, ma questo non significa che non ci si possa concedere qualche sfizio.

Persino gli atleti ogni tot giorni si concedono un bel “cheat meal” o pasto libero; scopriamo insieme che cosa sono i cheat meals e i vantaggi e gli svantaggi che apportano alla dieta.

Che cosa sono i cheat meals?

I termini cheat meals (pasto libero), cheat day (giornata libera), refeed dietetici e diet break sono talvolta usati in modo interscambiabile dagli allenatori e dai preparatori atletici.

La ricerca indica che più del 50% degli atleti durante la preparazione a una gara di bodybuilding (come Hafthor Björnsson) utilizza i cheat meals; un cheat meal può essere definito come un pasto in cui il proprio regime dietetico restrittivo e meticolosamente calcolato, viene abbandonato per una breve introduzione di cibi “proibiti”, indipendentemente dalla quantità e dai macronutrienti.

Ecco cos’è un cheat meal; un’opportunità per mangiare quello che vuoi, in quantità illimitate, con il pretesto che questo stimolerà il metabolismo e aiuterà a prevenire la perdita muscolare.

Come funziona (o dovrebbe funzionare) il cheat meal?

L’idea generale è che un’abbuffata ogni tanto aumenterà il metabolismo, migliorerà gli ormoni legati all’appetito, ridurrà quelli legati allo stress e aiuterà il mantenimento dei muscoli, il tutto con l’aspettativa che ciò produrrà risultati migliori quando si riprenderà il proprio regime dietetico.

Il meccanismo teorico alla base del cheat meal è la leptina, l’ormone che regola l’appetito e il dispendio energetico; esso viene rilasciato dalle cellule adipose e aumenta con l’ingestione di carboidrati.

In risposta ai cheat meal, i livelli di leptina dovrebbero aumentare rapidamente, ma non è così scontato.

Svantaggi e vantaggi dei cheat meals

L’aumento della leptina dopo un cheat meal è solo temporaneo e torna velocemente a livelli normali; i presunti benefici del cheat meal, dunque, non superano l’impatto di un consumo smodato di calorie in un periodo così breve.

L’unico effetto positivo davvero dimostrato avviene a livello psicologico, dato che il regime dietetico, soprattutto in preparazione a una gara, può essere davvero stremante.

Assecondare le voglie durante un pasto libero può aiutare anche a ritrovare la motivazione, ma per alcuni potrebbe essere solo l’inizio di una serie di abbuffate incontrollabili.

Chi può permettersi di fare i cheat meals?

Secondo alcune ricerche gli atleti “navigati” sono i soggetti più adatti a concedersi un cheat meal settimanale, perché hanno motivazioni serie e fondate per tornare alla loro routine di dieta e allenamento.

I neofiti possono concedersi qualche sfizio ovviamente, ma un vero e proprio cheat meal è sconsigliato per evitare di perdere di vista i propri obiettivi.

In conclusione…

Da un punto di vista fisiologico, è difficile giustificare l’utilizzo dei cheat meals per migliorare la composizione corporea; da una prospettiva di sostenibilità psicologica, concedersi qualche sfizio è inevitabile.

Siamo esseri umani, abbiamo delle voglie e la vita va vissuta e goduta.

E voi, ogni quanto vi concedete un cheat meal o qualche sfizio? Fatecelo sapere nei commenti!

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