Intervistare Giada Cerpolloni è stato per noi un’esperienza arricchente. La sua storia, che si intreccia con la passione per il CrossFit®e la sfida quotidiana di convivere con la sclerosi multipla, è un esempio luminoso di determinazione e resilienza.
Attraverso le sue parole, esploreremo non solo il suo percorso sportivo, ma anche il modo in cui ha affrontato gli Adaptive Games 2024 tra gioia e dolori, trasformando le avversità in opportunità di crescita.
Indice
Intervista esclusiva a Giada Cerpolloni
Ciao Giada, è un enorme piacere fare questa intervista. Parlaci un pochino di te, del tuo percorso sportivo e del momento in cui hai ricevuto la diagnosi della tua patologia!
Giada: Ciao! È un piacere essere qui. Ho iniziato a praticare CrossFit® nel 2013, ed è stato subito un amore folle! La combinazione di esercizi e la soddisfazione che provavo alla fine di ogni workout erano indescrivibili, superiori a molte altre emozioni che avevo vissuto.
Vengo dalle arti marziali; ho praticato karate e kickboxing dall’età di 8 anni fino ai 19. È stato il mio allenatore di arti marziali a consigliarmi di provare il CrossFit®, e da quel momento è stato amore puro! Così ho abbandonato le arti marziali per dedicarmi completamente al CrossFit®.
Nel 2021, ho iniziato a notare alcuni sintomi, ma non ci ho dato molto peso. Tuttavia, nel 2022, ho avuto un sintomo preoccupante: dopo dieci giorni in cui non riuscivo a vedere da un occhio, ho capito che qualcosa non andava. La mia presa sul bilanciere e sulla sbarra era quasi nulla, quindi sono andata in ospedale. Dopo due settimane di ricovero, mi hanno diagnosticato la sclerosi multipla.
Questa diagnosi è stata un’onda d’urto, ma dentro di me è scaturita una determinazione. Non ti nego che ci sono giornate in cui mi sento giù e il corpo non risponde come vorrei. La mia prima domanda ai medici è stata: “Posso continuare a fare sport?” perché la mia vita ruota attorno allo sport. Il neurologo mi ha detto di stare tranquilla, ma mi ha chiesto che sport facessi. Quando ho risposto “CrossFit®”, mi ha avvertito: “È molto intenso, stai attenta!”
Ho promesso a me stessa e a loro che avrei adattato il mio allenamento e che avrei ascoltato il mio corpo. Con l’aiuto del mio coach Matteo Fuzzi di R2F, e grazie alla motivazione e allo stimolo del mio ragazzo, di mia sorella, della mia famiglia e di tutti i ragazzi del box, ho ripreso veramente piano piano! Dopo un mese, sono riuscita a tornare a fare CrossFit®, nonostante avessi affrontato anche altri problemi post ricovero. Ho cominciato lentamente, facendo uno squat al giorno, pull-up con l’elastico e bar muscle-up sempre con l’elastico.
All’inizio, tutto era una ripresa con il bilanciere scarico, ma poi ho iniziato a lavorare con pesi leggeri, e ora riesco a gestire carichi che prima non avrei mai immaginato. Ogni allenamento per me è una vittoria; apprezzo davvero quello che il mio corpo può fare e sono profondamente grata alla vita!
Come hai affrontato gli Open e come hai vissuto il momento in cui hai ricevuto l’invito ai Games 2024?
Giada: Gli Open sono stati davvero divertenti, ma anche massacranti, diciamo così! Dopo un anno di allenamento serio, mi sono messa in gioco con la massima tranquillità e divertimento. I workout delle semifinali sono stati abbastanza intensi, ma l’energia che ho ricevuto dai ragazzi del box mentre affrontavo gli esercizi è stata per me una spinta incredibile.
Quando è arrivata l’email di invito ai Games, eravamo insieme, per caso, con alcuni amici del box. È stata una gioia immensa e una felicità indescrivibile! Ricevere quella mail per me è già stata una vittoria. Ti assicuro che non riuscivo a credere a quello che stava succedendo; ero così sopraffatta dall’emozione che non capivo più nulla!
Hai una patologia decisamente impegnativa. Come ti sei preparata fisicamente e mentalmente per affrontare i CrossFit® Games 2024?
Giada: Sì, la mia patologia è davvero impegnativa. Non sai mai come ti sveglierai al mattino o come ti sentirai tra una settimana o un mese; tutto è incerto. Tuttavia, ho imparato, sin dall’ospedale, a vivere la giornata appieno, senza pensare al domani o a come andrà tra qualche mese. Vivo giorno per giorno, senza lasciarmi sopraffare dai dubbi.
Hai detto una parola importante: fisicamente, il mio allenamento con Matteo Fuzzi è rimasto costante. Non ho voluto creare “disequilibri” nel mio programma. Ho mantenuto lo stesso protocollo, ascoltando il mio corpo e affrontando workout con pesi e skill in modalità RX, mentre in altri casi ho dovuto adattare l’allenamento.
Ad esempio, non posso sempre lavorare in verticale, quindi faccio esercizi in quella posizione solo una o due volte al mese. Per quanto riguarda il bilanciere pesante, lo utilizzo una volta a settimana, a seconda di come mi sento. Ho accettato questa situazione e mi trovo molto bene, alternando le mie giornate di intensità come ti ho spiegato.
Mentalmente, il lavoro è stato un po’ più impegnativo, ma senza pressioni. Mi piace tantissimo quello che faccio, e mi diverto davvero. Sono rimasta concentrata sul mio percorso, sul mio miglioramento in questo anno sportivo e sul mio nuovo inizio. Questa nuova Giada mi rende felice e soddisfatta dei progressi che ho fatto!
Puoi descrivere l’atmosfera e le sensazioni di gareggiare su un palcoscenico internazionale come quello degli Adaptive Games in Texas?
Giada: L’atmosfera e le sensazioni sono state indescrivibili; è stata una settimana che rimarrà incancellabile e indelebile nel mio cuore. Posso dire una cosa: sono stata davvero tranquilla e serena! Il mio obiettivo era divertirmi, ma con l’intenzione di dare il massimo e alzare un po’ l’asticella.
Questo significa che, anche se durante alcuni workout ho dovuto affrontare sintomi come tremori interni, il braccio destro che si addormentava o le gambe che non spingevano come avrei voluto, ho cercato di mantenere un pensiero positivo. Non volevo permettere ai miei sintomi di avere la meglio su di me.
Ho cercato di vivere quell’esperienza con un atteggiamento positivo e divertente. Sapevo che, dopo la gara, avrei potuto riposarmi. Ma durante quei minuti, dovevo dare il massimo per me stessa e per tutta la community che sentivo davvero vicina!
Quali sono state le maggiori sfide che hai incontrato durante la competizione e come le hai superate?
Giada: Ecco, qualcosina vi ho anticipato nella risposta precedente… Però ho sicuramente affrontato tante sfide durante la competizione.
In particolare, quando ho dovuto affrontare le max reps di snatch, il mio corpo ha cominciato a far sentire la stanchezza. Ho fallito qualche ripetizione, ma sono rimasta concentrata e non mi sono lasciata prendere dallo sconforto.
Lo sport è anche questo: bisogna sapersi rialzare. È fondamentale rimanere attenti e non cadere nella trappola della negatività. Anche se ho commesso degli errori, ho continuato a spingere, cercando di attivare di più le gambe per migliorare.
Ho avuto un dialogo interno positivo e motivante con me stessa. Inoltre, l’energia e il supporto della mia famiglia, del mio box e dei ragazzi che erano lì mi hanno dato la forza di continuare e di affrontare ogni workout al meglio.
C’è un evento o un momento particolare dei Games che ti ha lasciato un ricordo indelebile?
Giada: Sicuramente, la finale è stato un momento che mi ha lasciato un ricordo indelebile. Arrivavo già molto stanca, e il braccio destro non rispondeva al meglio, ma non volevo pensarci.
Affrontare quella finale con la corda da saltare (heavy Rope), Handstand Push-Up, Handstand Walk, e Bar MU mi emozionava. Ero un po’ spaventata, con la paura che il braccio non mi seguisse, ma ho deciso di rimanere concentrata. Questo ha fatto sì che ogni piccolo tassello del workout fosse portato a termine.
Sono stata più che felice e fiera del mio percorso. Un altro ricordo significativo è stato il primo wod, che ha rotto il ghiaccio e mi ha fatto entrare nell’atmosfera di gara. Nonostante i quattro giri di corsa e una storta allucinante nel secondo giro, sono riuscita a recuperare delle posizioni, risvegliando in me la “Giada guerriera” e combattiva.
Questi momenti sono stati indelebili, ma soprattutto la finale. Sono stata davvero felice di riuscire a mantenere la concentrazione sul mio obiettivo durante il workout. Anche se avevo un po’ di timore, alla fine ce l’ho fatta, ed è stata una vittoria.
Ripensandoci, mi scendono le lacrime di gioia, perché sono riuscita a concludere nonostante i sintomi che si facevano sentire. Sono stata veramente, veramente felice!
In che modo questa esperienza ai Games ha influenzato i tuoi obiettivi futuri sia dentro che fuori dal CrossFit®?
Giada: Questa esperienza ai Games ha risvegliato in me qualcosa che era un po’ spento. Gareggiare su un palcoscenico così internazionale degli Adaptive CrossFit® Games è stata davvero una grandissima esperienza che ha influenzato positivamente i miei obiettivi, sia nel contesto sportivo del CrossFit® che nella mia crescita personale.
Affrontare un viaggio simile e quei quattro giorni di gara ha portato a una notevole crescita interiore. È un’esperienza che va oltre il fisico; richiede di tenere testa anche a livello mentale. Il focus mentale è fondamentale in gara. Quando si raggiunge un certo livello, è essenziale rimanere concentrati, vivere le emozioni ma anche gestire l’ansia e le emozioni stesse.
Posso dire che questa esperienza ha rafforzato il mio rapporto interiore con me stessa. È stata una crescita molto significativa. Ringrazio davvero gli Adaptive CrossFit® Games, perché lasciano un segno profondo.
Hai qualche aneddoto o esperienza dietro le quinte che vorresti condividere, qualcosa che il pubblico normalmente non vede?
Giada: L’unica cosa che mi viene in mente è il riscaldamento per la finale, quando mi sono messa in handstand. Ho esaurito completamente le braccia, soprattutto quella destra, che non mi sosteneva come avrei voluto.
Ero davvero in difficoltà, e non avevo fatto molte prove di handstand walk prima della gara. Ho fatto solo due o tre handstand push-up e poi basta.
A quel punto, mi sono detta: “Vada come vada, Giada, non preoccuparti!” E invece, sorprendentemente, sono riuscita a fare l’handstand walk in campo gara in modo unbroken! A prescindere dal fatto che l’abbia fatto in modo continuo, riuscire a completarlo è stata una vittoria personale che non riesco a spiegare a parole.
Ecco, questo è un aneddoto che forse non si vede dietro le quinte e che volevo condividere!
Eravate un bellissimo gruppo di italiani a rappresentarci. E sappiamo che avete legato molto… ci racconti un po’ il dietro le quinte dei vostri giorni?
Giada: Certamente! È stata un’esperienza fantastica, non solo per la gara, ma anche per la connessione che abbiamo creato tra noi italiani. Sin dal gruppo di WhatsApp, si percepiva quell’armonia e la grinta che ognuno di noi portava. Si è formata una rete tra di noi, e la parte magica di ognuno si è legata all’altra.
Le serate trascorse insieme a mangiare sono state fondamentali, ricche di risate, momenti di gioia e anche lacrime. Penso che lo sport, e in particolare il CrossFit®, unisca ancora di più. Capisci che lingua parla l’altro, condividendo la fatica e la soddisfazione, e si vivono insieme anche i momenti felici e tristi.
Questa esperienza è stata essenziale per me. Dal 2013 pratico questo sport e ho partecipato a molte gare, ma questa è stata una delle esperienze più belle della mia vita, non solo sportiva. Il gruppo che si è creato, l’armonia, la felicità e la gioia condivisa sono stati davvero magici.
È stato un nuovo inizio per me, una nuova Giada, e portare con me queste emozioni e connessioni nel cuore è qualcosa di unico e raro.
Quali consigli daresti ad altri atleti Adaptive che aspirano a calpestare un floor così importante?
Giada: I consigli che mi sento di dare sono innanzitutto di allenarsi, ma senza dimenticare l’importanza del divertimento. La fatica è parte del processo, ma allenarsi non significa sempre arrivare stanchi o esagerare. In questi due anni, ho imparato a conoscere meglio il mio corpo e a riconoscere quando è il momento di recuperare.
Quindi, il mio consiglio è di fare in modo che l’allenamento sia produttivo e qualitativo, piuttosto che solo quantitativo. È fondamentale mantenere sempre il collegamento tra mente e corpo. Se la mente non è presente, il nostro corpo, che è una macchina fantastica e unica, ne risente. Dobbiamo dare attenzione anche al riposo e al recupero, perché il divertimento è essenziale. La felicità è un’emozione che solo noi possiamo vivere, e dobbiamo goderci ogni momento.
Lo sport deve essere divertente, anche se richiede fatica. Alla fine di ogni workout, è gratificante sentirsi soddisfatti di ciò che si è riusciti a fare. Questo pensiero mi emoziona, perché è qualcosa di essenziale per la vita, il corpo e la mente.
Quindi, mi raccomando: allenatevi, perché è una cosa fantastica! Ma non dimenticate di allenare anche la mente e di gestire le emozioni durante il workout. Le parole e i pensieri sono fattori importanti durante l’allenamento, quindi cercate sempre di trovare la giusta combinazione tra mente e corpo. Questo è ciò che voglio condividere.