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Gara OCR 2019 a Londra: il racconto di un atleta

Le OCR, acronimo di Obstacle Course Race, ovvero gare di corsa ad ostacoli naturali ed artificiali sono in forte espansione nel nostro paese.

Il nostro amico Marco Dalessandro ci ha raccontato la sua esperienza sulla gara lunga dei 15 km, svoltasi a Londra il 12 ottobre 2019.

Innanzitutto grazie Marco per il reportage, come mai hai deciso di fare questa gara?

Dopo un intero anno lontano dalle gare, sono tornato sul “terreno di battaglia” per disputare i campionati del mondo OCR 2019 a Londra.

Ho deciso di correre questa gara, nonostante la mia assenza dalle competizioni per i molti impegni di studio e lavoro, perché era un’opportunità a cui non ho voluto rinunciare.

Mi sono qualificato nel 2018 e ho pensato di prendere il volo per Londra il venerdì in giornata, correre la gara “lunga” sabato, per poi ripartire domenica mattina con le prime luci dell’alba e tornare in Italia.

Com’è stata la fase di ambientamento, già a partire dall’alba pre gara? 

Beh, dopo aver fatto una cena ricca di carboidrati e proteine con riso, parmigiano, pollo e insalata, al mattino alle ore 5.45 è suonata la sveglia.

Dopo qualche istante per comprendere di essere effettivamente sveglio, ho fatto colazione a base di 5 gallette di riso con il miele, due uova strapazzate ed una tazza di tè rigorosamente inglese.

La mia partenza era alle ore 08.00 e sono arrivato alle 07.40 al campo gara. La situazione meteo non era per niente positiva. Pioveva e faceva freddo, ma ho cercato di mantenere un atteggiamento mentale positivo.

Dopo un breve riscaldamento composto da corsa lenta, qualche esercizio di mobilità articolare e sei/sette allunghi mi sono messo sulla linea di partenza.

3, 2, 1 e via… in prima fila ci sono i top runner, i quali partono ad un ritmo infernale.

Nel frattempo il meteo peggiorava e la pioggia si faceva più insistente. Durante i tratti di corsa sono riuscito a guadagnare diverse posizioni, tra il susseguirsi di muri bassi ed alti, rope climb e qualche ostacolo semplice.

Mi sentivo concentrato e fiducioso fino a quando mi sono imbattuto nel trasporto della sandbag da 50 libbre: dapprima su e giù per le fosse di fango scivolose e impervie, in seconda battuta sotto una serie di reti stile passaggio sotto il filo spinato.

Quando hai capito che la gara OCR si stava facendo veramente “tosta”?

 Proprio in quel momento, dopo il filo spinato, ho sentito le maggiori difficoltà.

Da metà gara sono iniziati i crampi al bicipite femorale sinistro alternato ad entrambi i polpacci, fino ad interessare addirittura l’ileopsoas sinistro…

Intanto, dalle retrovie, ho visto affiancarmi la prima donna assoluta partita quindici minuti dopo di me. Ho cercato di tenere il suo ritmo e ci siamo dati manforte a vicenda. Ho anche incrociato un mio amico italiano che mi ha sostenuto su alcuni ostacoli tecnici e mi urlava di non mollare.

Nell’ultimo chilometro del percorso ho incontrato un altro connazionale in gara e, dopo aver oltrepassato gli ultimi ostacoli insieme, abbiamo tagliato il traguardo mano nella mano e abbiamo concluso la nostra avventura con un sincero e caloroso abbraccio.

Ovviamente ti chiediamo l’emozione più grossa?

….. la medaglia da finisher, al polso la band che rappresenta la conclusione della gara con il superamento di tutti gli ostacoli, in viso un sorriso enorme e gli occhi lucidi dall’emozione.

Questo viaggio è stato decisamente lungo ed impegnativo. Ho fermato il mio cronometro a 3h32’45” concludendo entro il tempo limite, per mantenere la band, fissato a 4h.

Qual è stata l’analisi a freddo della tua gara?

Rientrato in Italia – in un secondo momento – analizzando i dati statistici dell’OCR, mi sono accorto che solamente il 20% circa degli atleti è riuscito a terminare la gara.

Diversi atleti si sono ritirati per ipotermia, alcuni sono stati trasportati in ospedale, altri hanno sforato il tempo limite.

A chi dedichi questa tua “impresa”?

Voglio dedicare questa mia piccola vittoria personale a tutte le persone che mi vogliono bene perché è grazie al loro sostegno morale che non ho mai mollato in gara, nonostante avessi pensato diverse volte all’ipotesi del ritiro.

Gli ostacoli sono fatti per essere superati, quindi… avanti il prossimo!

Marco Dalessandro

Laurea  in Scienze Motorie e  Magistrale in Scienze dell’educazione motoria e delle attività fisiche adattate

Diploma quadriennale di operatore Shiatsu

Diploma Osteopata D.O e massoterapista MCB

Atleta OCR Elite team Inferno

CrossFit trainer LV2/ Kids 

Pagina Facebook: Marco Dalessandro

Instagram: @marco_ocr_elite e @m_dalessandro_osteopata

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