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Campionato Mondiale IF3: parla Andrea di Salvatore atleta master italiano

 

Nel Functional Fitness gli atleti sono messi alla prova in una varietà̀ di modelli motori, prove ed esercizi al fine di individuare l‘atleta con la maggiore efficienza durante i 6 test previsti da regolamento.

I migliori sono stati scelti per gareggiare al campionato mondiale di IF3. Il 18 e 19 Novembre vedremo partire 12 atleti master italiani che rappresenteranno l’Italia ad Aruba.

Tra questi c’è lui: Andrea Di Salvatore (44 anni), nato a Catania ma vive da oltre 20 anni a Roma. Noi l’abbiamo intervistato in esclusiva per voi, qualche settimana prima del suo imminente viaggio verso il titolo di campione mondiale.

Ciao Andrea! È un piacere fare questa chiacchierata! Per chi non ti conosce: parlaci di te e com’è iniziata la tua passione per il CrossFit®!

Ciao a tutti! Come detto, sono Andrea Di Salvatore, ho 44 anni e sono nato a Catania, ma vivo a Roma. Infatti, mi alleno principalmente in due box: CrossFit® Parioli a Roma e CrossFit® Catania.

Ho iniziato CrossFit® molto tardi, a 37 anni, grazie ad un viaggio nato per il surf in Florida, tra Miami e Orlando, con il mio amico di mille avventure Massimo Campi.

Tornato a Roma ho cercato un box per iniziare ad allenarmi, ma il coach (di cui non farò il nome) mi disse che non ero capace e dovevo cambiare attività.

Ragazzi un consiglio, non smettete mai di lottare e credere nei vostri sogni e non permettete a nessuno di dirvi che non potete raggiungere i vostri obiettivi!

Sappiamo che sei un osteopata! Appunto per questo siamo curiosi di sapere la tua opinione sugli effetti del CF competitivo nel corpo di un atleta…

Questo è un argomento molto interessante e, poiché sono nel settore da 25 anni, mi permetto di esprimere un pensiero.

Lo sport agonistico, qualunque esso sia, in quanto ripetizione continua di movimenti ad alta intensità e/o carico, è di per sé, stressante a livello neurologico, muscolo-scheletrico e metabolico.

Quello che consiglio a chi si approccia al CrossFit®, sia competitivo che all’interno di una classe, è di lavorare molto sulla tecnica prima di alzare i carichi o i volumi di lavoro. E non dimenticare di lavorare sempre sulla mobilità e sullo stretching.

Ho quasi 45 anni e ogni sera non vado a dormire se non dopo aver eseguito qualche minuto di routine di mobility. Aiuta tantissimo!

Infatti, stai collezionando partecipazioni a grandi gare, sia nazionali che internazionali…ce n’è qualcuna che ti ha segnato particolarmente?

Sono un agonista da quando sono piccolo, ho iniziato dal nuoto, che mi ha insegnato cosa sia la fatica. Poi sono passato a pallanuoto, corsa, ho giocato a calcio e non ho mai concepito lo sport se non c’è sacrificio e passione.

Quindi, nel CrossFit® ho iniziato a gareggiare da subito. Primo anno di CrossFit® feci, a 37 anni suonati quasi 38, la finale scaled della Fall Series, inutile dire che ero il più vecchio!

Poi la decisione di arrivare a gareggiare e conoscere tutti i più forti atleti di categoria in Italia ed Europa. Così le prime gare in Italia e all’estero: Atene, Cipro, Spagna, Francia, Olanda.

In queste gare ho conosciuto tutti i campioni, che prima guardavo ed ammiravo dagli spalti o dai video ed ho iniziato a competere con loro fino a dargli filo da torcere in gara. È stata una grandissima soddisfazione!

Oggi posso dire che in Italia ed Europa mi conoscono “tutti” con il soprannome di ZIO (ha iniziato a chiamarmi così per gioco Michele La Mura, poi Augusto Gesso e Enrico Zenoni da lì è stato un attimo, questo mi fa capire che ho una certa età), ho coltivato amicizie vere, mi sento spesso con molti di loro e ci confrontiamo! La bellezza di questa attività è che trovi persone che hanno il tuo stesso stile di vita, vivono come te, facendo sacrifici, in termini di salute e disciplina.

In competizione ci scanniamo, ma prima e dopo siamo davvero una famiglia!

La gara che al momento mi ha segnato di più è stata il Wodapalooza dello scorso anno, ho gareggiato nella categoria master 40.

A competere in USA, patria del CrossFit®, eravamo i migliori 20 al mondo dalle qualifiche. Sono anche riuscito a fare un podio nella prova di Endurance (2k Rower,300 swim e 2k air runner)…Un emozione incredibile, mi ricordo che all’arrivo piansi.

Sei tesserato AFFI e hai fatto le finali a Modena ad Aprile… com’è stato?

AFFI è un progetto che ho appoggiato da subito perché convinto della bontà e serietà delle persone coinvolte, anche se non condivido appieno la tipologia di esercizi e prove.

Comunque ti forma, ti allena, ti migliora come atleta e non puoi permetterti di avere punti deboli, mentre nel CrossFit® puro puoi “mascherare” qualche mancanza visto la modalità mista di workout.

Le finali di Modena sono state organizzate benissimo, l’accademia dell’esercito che ci ha ospitato è il massimo che un atleta può sognare!

Ti alzi la mattina e puoi allenarti a tempo pieno, avendo tutto a disposizione. Complimenti davvero al presidente AFFI, Neil e chi ha lavorato al progetto, come Luca Morassutto e tutto lo staff.

Un altro grande traguardo è rappresentare l’Italia nei Mondiali di IF3 a novembre…Quali sono le sensazioni di gareggiare tra i migliori al mondo?

Ai mondiali ad Aruba, intanto, non ho la certezza di andare per motivi familiari; mi sto preparando ma non dipenderà solo da me.

Ho già indossato la divisa italiana da terapista della nazionale di pallanuoto femminile, il Setterosa. L’inno italiano ti mette i brividi, viverlo da atleta è un sogno che si realizza, probabilmente piangerò dall’emozione!

Conosco gli avversari, molti li ho già incontrati in varie competizioni, in più gareggio da quasi 45 enne in categoria m40; sarò svantaggiato, ma sarò pronto.

L’obiettivo è diventare campione del mondo nel test di Endurance e fare il massimo nelle altre prove. Venderò cara la pelle!

Non contento ti sei anche qualificato per un’altra grande gara del panorama: il Wodapalooza. Come sono andate le qualifiche?

Ormai a Miami ci sono quasi affezionato, mi sono preparato con il mio coach Federico Ticenchi appositamente per le qualifiche, perdendo 4kg sapendo che sarei dovuto essere più leggero per i workout alla sbarra.

Mi sono piazzato secondo in overall dopo 6 workout durissimi, dove passavano solo i primi 10 al mondo. Ma questo è un altro discorso che affronteremo più in là con il mio team, si perché allenarsi con un team è importantissimo!

Ti spingono quando non hai più energie, si forma un’unione fortissima, una vera famiglia, e vorrei ringraziare per questo Federica Mandrici, la mia compagna di allenamento negli ultimi 3 anni a Roma e i ragazzi a Catania Marco Siracusa (owner di CrossFit® Catania) e Daniele Barbagallo, che sono sempre presenti nelle mie giornate!

Come ti prepari per questi eventi? Hai qualche “rituale pre gara”?

Diciamo la verità: quasi tutti gli sportivi hanno dei rituali nel pre gara,ma a me piace scherzare molto nel riscaldamento con i miei amici avversari, stare sempre con il sorriso e dare la giusta importanza alle cose, in fondo è “solo” sport.

Poi, quando sento il via del judge al 3/2/1 GO spengo il cervello ed accendo il cuore.

Che bel messaggio! Siamo commossi… Ora raccontaci: hai in programma altre gare?

Non lo nascondo, quest’anno punto al colpaccio: mi sono testato nelle qualifiche del Wodapalooza e punto dritto ad agosto per i Games!

Ma la strada è ancora lunga, in mezzo ci sarà l’Atene, il French e qualcos’altro che deciderò con coach Federico, vita privata permettendo.

E noi te lo auguriamo con tutto il cuore Andrea! Per non perdere niente della carriera sportiva dello “Zio”, seguitelo su IG: @andreadisa_the_zio

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