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Organizzare gare ben riuscite in Italia? Parlano gli organizzatori della Uroboro Summer Competition

Sono settimane che ascoltiamo, leggiamo e ci informiamo sulle più svariate sfaccettature di una polemica che sta colpendo il nostro sport da un po’ di tempo.

Perché ci sembra che tutto ciò che arriva dell’estero ha una qualità superiore? Perché le gare italiane sono dentro ad un vortice di pareri contrastanti che sembrano non aver mai fine?

Felicemente poi ci guardiamo attorno e vediamo che, in realtà, in Italia ci sono gare ben riuscite e che dietro a queste ci sono degli organizzatori seri e competenti, che si impegnano durante tutto l’anno per creare qualcosa di realmente incredibile per gli spettatori e per gli atleti.

E’ il caso della Uroboro Summer Competition, gara ormai affermata che si tiene ogni estate al Guna Beach, una location pazzesca in riva al mare salentino.

I loro organizzatori sono William Taveri e Andrea Casalino, owner di Uroboro; noi li abbiamo intervistati per scoprire qual è il loro segreto per l’organizzazione di una gara così ben riuscita, con standard elevatissimi come loro ci hanno abituato in questi anni!

Ciao ragazzi! Come prima cosa, vi ringraziamo tantissimo per averci dedicato del tempo! Per iniziare, parlateci di voi e della vostra bellissima gara!

Ciao a tutti! Siamo Andrea e William fondatori di Uroboro, ma soprattutto appassionati ed esperti di fitness e pesistica (dal 2006) e ne siamo orgogliosi.

Abbiamo fondato Uroboro nel 2016 per creare una nuova attività nella nostra città che parlasse di sport, salute e divertimento. La diffusione di questa attività ha unito le forze per creare un prodotto esclusivo: la “gara vacanza”.

L’intento è quello di fare una gara di funcional, ma vivere, al contempo, il territorio concedendosi una vacanza in una splendida location quale il Guna Beach in Salento, senza invece soffermarsi unicamente alla competizione come capitava a noi in passato.

Da qui una vera e propria experience!

In effetti, chiunque abbia partecipato ad una delle vostre edizioni ha dei pareri positivi e ogni anno si iscrivono tantissimi atleti, numeri da capogiro per una gara di soli individuals.  È l’experience il vostro elemento differenziante?

Si, noi siamo convinti che la location e l’approccio alla gara vacanza rendano vincente il nostro format. Poi ovviamente i numeri parlano da sé: l’anno scorso abbiamo avuto 653 iscritti e ai live ben 458…

Che dire? Non vediamo l’ora di vedere la prossima edizione!

E meno male ragazzi, dopo questi due anni di pandemia ci voleva. A proposito, cosa avete combinato durante la chiusura delle palestre? Come avete mantenuto accesa la fiamma, insomma?

Abbiamo pensato a cosa fare e cosa non fare.

Personalmente con una nota azienda operante nel mondo della moda, siamo andati nei box chiusi ad organizzare dirette Instagram animando lezioni per chi era a casa. Il progetto si chiamava Coin at Home.

Si vede proprio che l’experience delle persone è il centro della vostra attività! Immaginiamo quanto duro lavoro ci sia dietro all’organizzazione. Ci raccontate qualcosina?

Diciamo che l’organizzazione e/o riorganizzazione di una gara come l’Uroboro Summer Competition comporta un anno di duro lavoro, dove ogni periodo ha un obiettivo ben definito.

Seguiamo uno schema che abbiamo creato per non farci sfuggire niente. L’ultimo mese è sempre quello più decisivo dove si sbobina tutto per uno spettacolo unico.

Non lasciamo niente al caso!

E quali sono, secondo voi, i passaggi fondamentali per una gara ben riuscita?

Per ovvie ragioni non possiamo fare la guida di come organizzare bene una competizione, però l’obiettivo di ogni anno è garantire un sano divertimento ed un livello elevato di tutti i servizi annessi (giudizi, staff, attrezzatura, location, pr, media, economics ecc.).

Poi ognuno a casa sua fa quello che ritiene meglio 😉

Abbiamo sentito dire che è più̀ complicato convincere un team a iscriversi rispetto a un individual, cosa ne pensate a riguardo?

Abbiamo lavorato con delle priorità per cui senza pensare a quale fosse l’iscrizione più complicata. Per noi l’individual è il nostro format preferito.

Certamente… Ora tocchiamo un tasto dolente: i montepremi. Come vengono definiti nella vs gara?

È uno degli step più importanti da sempre per noi dove un’alta percentuale del budget a disposizione viene destinata alle categorie, in primis élite e master.

E secondo voi è vero che un atleta agonistico sceglierà la gara in base al premio finale? O ci sono altri fattori che possono spingere le iscrizioni?

Nel tempo l’aumento di più competizioni ha portato l’atleta ad aumentare le sue esigenze, come il lato economico. Noi fortunatamente offriamo ottimi premi in denaro ed una experience unica! Il premio in questo caso è “doppio” no?

William, tempo fa hai pubblicato una story “bollente” dicendo, appunto, che le gare estere vengono considerate d’eccellenza e che non c’è il giusto rispetto per chi organizza gare in Italia. Ci spieghi meglio questo tuo punto di vista? Come mai questa presa di posizione?

Semplicemente perché non è l’uscire dall’Italia che rende cool una competizione, ma affidarsi ad organizzazioni competenti nel settore!

Ed in Italia ce ne sono molte…

Giusto per chiudere… Secondo voi cosa deve cambiare nella mentalità della community italiana per far sì che ci siano più serietà e rispetto quando si parla di gare nazionali?

Per noi è fondamentale il rispetto verso gli atleti: dall’iscrizione sino alla premiazione finale. Ed i servizi da dedicare sono la fonte principale per ottenere questo risultato!

Ringraziamo Andrea e William per aver chiarito alcuni passaggi di questa bufera sulle gare a livello nazionale e chiudiamo l’articolo con un augurio: che gli atleti inizino ad essere più consapevoli su quale gara scegliere e che, prima di iscriversi, si informino bene per evitare mal di testa successivi.

Forse stiamo un po’ perdendo di vista l’obiettivo principale del CrossFit®:

“La magia è nel movimento, l’arte è nella programmazione, la scienza è nella spiegazione e il divertimento è nella comunità”.

– Greg Glassman

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