Abbiamo aspettato qualche giorno per capire l’evoluzione di ciò che sta accadendo nel panorama CrossFit® Italiano dopo un post polemico pubblicato sul blog di Italian Showdown, a firma del direttore Carlo Strati.
Sicuramente questa presa di posizione ha generato molte polemiche sui social e ha scatenato commenti molto pesanti sotto il post del loro profilo Instagram.
Quello che ci preme spiegare è che non prenderemo una posizione in questa faccenda, ma vogliamo soltanto spiegare alla community cos’è successo e perché il web si è diviso in una discussione accesa.
Indice
Cos’è successo?
Come abbiamo detto svariate volte, questa situazione di emergenza sanitaria ha cambiato totalmente il nostro panorama. I box sono ancora chiusi e gli atleti non possono allenarsi, però il DPCM del 3 Novembre specifica:
“Le sessioni di allenamento degli atleti partecipanti alle competizioni di interesse nazionale sono consentite a porte chiuse, nel rispetto dei protocolli di sicurezza”
Per cui molte Associazioni e Federazioni hanno deciso di tesserare i loro atleti come agonisti per fare in modo che si potesse tornare ai box.
E questo ha fatto infuriare alcune persone.
Il post nel blog di Italian Showdown
Con un titolo piuttosto ironico “Palestre chiuse? No. Siamo agonisti”, già nella prima riga si leggono parole dure:
“Non sai ancora fare dieci Double Under o un Muscle-up? Non importa! Se paghi l’iscrizione a una gara riconosciuta, sei subito un “atleta di interesse nazionale” che può allenarsi in palestra.”
Ha inoltre dichiarato che non parteciperà a questa iniziativa e che la loro palestra non aprirà per allenamenti indoor.
La reazione della community
Molto forte anche la reazione della community. Più di cento commenti nei due post pubblicati in questi due giorni, a cui ha risposto direttamente il creatore dell’articolo.
Giocata di marketing, complottisti, guerra tra i poveri? Leggete voi stessi i commenti con più like:
Abbiamo chiesto, direttamente alla fonte, ovvero, agli allievi come vivono questa situazione, con una breve intervista:
Come avete vissuto questi mesi di lockdown al vostro box?
Il primo lockdown a marzo-aprile c’è stato un po’ di immobilismo. Grandi corsi online e poco altro.
Questa seconda ondata invece un pò meglio, allenamento all’esterno e noleggio dell’attrezzatura.Cosa ne pensi della presa di posizione di Italian Showdown?
È una presa di posizione non necessaria. Sono mesi difficili e parlare per dividere anziché unire, non ha senso.
Perché questo post pubblicato proprio in questo momento?
Perché è il momento dove “la voce” di potersi allenare al chiuso, previo tesseramento, è venuta a conoscenza dei più. Anche di quelli che sono meno agonisti di altri.
Il tuo box farà allenamenti indoor tesserando gli atleti?
Il mio box, al momento, permette questi allenamenti a chi è regolarmente iscritto ad una gara. Spero proprio che non decida di aprire anche a chi lo fa solo per comodità e non si vuole raffreddare allenandosi all’aperto.
Invece l’opinione dei box?
Abbiamo approfittato per intervistare anche alcuni box owner e coach, per capire cosa ne pensano di questa situazione. Abbiamo dato totale libertà a chi volesse contribuire all’articolo ma solo 3 box si sono pronunciati e, per casualità, presentano la medesima opinione,
Leggete voi stessi:
Lorenzo Mosca – Coach 2° livello
Credo che nella questione si intersechino vari piani, e quello della “tassonomia” degli sportivi credo non sia il principale.
È ovvio che, al di là del tesseramento di massa, l’obiettivo vero sia quello di poter lavorare.
E su questo, considerando la gestione terroristica, dilettantesca ed avara del governo su tutta la vicenda, come si può criticare chi cerca vie di sopravvivenza?
Sara Sani – owner Standout CrossFit
Come box, come avete vissuto questi mesi di lockdown?
Questi mesi di lockdown sono stati estenuanti per certi versi e molto formativi per altri.
Non siamo persone che si tirano indietro davanti alle sfide, per cui ci siamo messi fin da subito a lavoro per non far mancare niente a tutte le persone che fino ad allora avevano creduto in noi.
Non è stato facile ma siamo riusciti a far mantenere le aspettative alte e soprattutto, in quanto owner, ho fatto di tutto per non lasciare indietro nessuno nella nostra squadra, cosa più prioritaria per me.Cosa ne pensi della presa di posizione di Italian Showdown?
ITS si è lasciata a dichiarazioni assolutamente fuori luogo.
La loro presa di posizione doveva essere un attacco rivolto alle istituzioni ma quello che hanno dichiarato ha portato ad interpretare il tutto come una accusa ai gestori ed agli atleti, i quali si sono limitati a rispettare quanto concesso dal decreto.
La cosa più fuori luogo tra tutto è stata il lasciare intendere che se non si possiedono certe skill non ci si può definire atleta.
Ritengo che non si possa sindacare e sancire chi e come debba essere “un atleta” se non considerare tale chiunque si alleni con costanza, impegno e dedizione, a prescindere dalle skill in possesso o dai pesi che è in grado di sollevare.
Personalmente ritengo che il CrossFit® debba essere una risorsa per tutti, ovvero persone di ogni livello, sesso, etnia o religione. Nel mio box non esistono differenze, di nessun genere, tantomeno di livello atletico.
Mi rifiuto di accostare il termine “atleta” solo a chi possiede prestazioni fisiche di alto livello, come da loro lasciato intendere, ed allo stesso tempo non mi sento di far mancare a chiunque la possibilità di mettersi in gioco in una competizione.
L’aggravante poi è stata l’uscirsene con l’accusa verso i gestori di “fare i furbi” quando è tutto consentito dal decreto ma soprattutto in un momento come questo dove stiamo facendo i salti mortali non solo per non far perdere la motivazione alle persone ma anche per sopravvivere ad una crisi economica senza precedenti per la nostra generazione.
Concludo dicendo che non vedo niente di costruttivo o solidale nella loro presa di posizione, hanno solo scatenato l’indignazione di atleti e gestori.
In questo momento di difficoltà per tutti, potevano comunicare diversamente e sfruttare il loro eco mediatico con il fine di unire gli operatori del fitness nel pretendere ascolto da parte delle istituzioni affinché il nostro settore, che di fatto è il più ingiustamente colpito, potesse essere preso in considerazione.
Perché credi che questo post sia stato pubblicato proprio in questo momento?
Non saprei. Rispondo a mia volta con una domanda:
Se, con la pubblicazione del calendario agonistico 2021, ITS fosse stata una gara riconosciuta “di interesse nazionale” dal CONI quell’articolo sarebbe stato scritto?Voi come box farete allenamenti indoor tesserando gli atleti?
No, non è del tutto corretto dire che faremo allenamenti indoor tesserando gli atleti come agonisti.
Noi consentiremo la preparazione atletica a qualunque atleta avrà intenti agonisti e vorrà mettersi alla prova.
E questo lo faremo con i mezzi legali che abbiamo a disposizione ovvero gli allenamenti Outdoor, gli allenamenti Online e, solo per chi è iscritto a gare di rilevanza nazionale e quindi è in linea con quanto consentito dal DPCM, tramite gli allenamenti Indoor.In quanto owner e coach, se un mio atleta se la sente di mettersi alla prova ed il prepararsi per tale competizione non è “fuori legge”, non vedo perché dovrei privarlo di questo diritto.
Lucrezia Siri – owner Hokuto CrossFit
Come avete vissuto questi mesi di lockdown al vostro box?
Come box è un periodo problematico, un po’ per il lato economico e un po’ perché non si vorrebbe mai deludere i propri atleti e si vorrebbe fare di tutto per poterli fare allenare e stare bene… Abbiamo inaugurato il nostro box a settembre e dopo nemmeno due mesi ci hanno fatto chiudere, interrompendo i progressi di chi aveva iniziato.
Cosa ne pensi della presa di posizione di Italian Showdown?
Per la presa di posizione di Italian Showdown penso che sia davvero fuori luogo, in quanto essendo una competizione di Crossfit dovrebbe essere vicina a chi, anche con questa situazione, non perde la voglia di allenarsi… e soprattutto dovrebbe essere vicina e sostenere gli owner dei box che cercano di rimboccarsi le maniche e sopravvivere in qualche modo.
Senza contare che tenendo alto l’entusiasmo degli atleti, questi a loro volta sarebbero stati proprio i potenziali partecipanti alla loro gara un domani.
Perché questo post pubblicato proprio in questo momento?
Non so perché abbiano scelto questo momento per pubblicare un articolo del genere, volto solamente a screditare il nostro lavoro ed a indebolire la Community del Crossfit in Italia quando invece sarebbe proprio il momento di farci forza a vicenda.