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John-Paul Hetcock: un biglietto per i Games

Alle volte gli atleti professionisti ti stupiscono per la semplicità della loro visione. E per come annientano alcuni assodati stereotipi sportivi – la concentrazione del guerriero, la solitudine del maratoneta.

Ma le personalità sono le più diverse. E in una frase può esserci tutto il senso dell’attitudine di una persona – prima – e di un atleta.

 

La più importante delle motivazioni umane?

 

“Avevo solo in mente di lanciarmi nel weekend e divertirmi, e tentare di fare le mie prestazioni al meglio.”

Ha risposto così John-Paul Hethcock alla richiesta di spiegarci come aveva pianificato la sua Mid-Atlantic CrossFit Challenge.

Semplice, no?

Fa ancora più stupore questa vittoria perché tra gli avversari figuravano nientemeno che Samuel Kwant e Will Moorad.

“Non avevo assolutamente idea di chi avrei trovato al top. Conoscevo solamente alcuni dei nomi dei “vecchi” del giro.”

La sorpresa della qualificazione ai Games – per noi, almeno – è venuta dopo un inizio zoppicante del Mid-Atlantic di John-Paul, che si qualifica solamente decimo nel 3 Wise Men.

“Non avevo allenato alcuni dei workout, per cui non avevo un obiettivo da traguardare. Chiunque faccia CrossFit da un po’ sa come potrebbe reagire ad un workout: sapevo benissimo che sarebbero stati spicy, ma semplicemente non sono riuscito a stare al passo.”

Poi però c’è questa voglia di divertirsi, e arrivano 280 libbre di snatch (5° posto), 345 di c&j (secondo posto), un totale di 635 libbre e un secondo posto a pari merito con Moorad. Con che strategia?

“Ho aperto con un 255 di snatch tranquillo… che ho mancato, forse perché mi ero raffreddato. Poi ho fatto gli altri due in velocità. Il mio massimale di snatch è 285, e sapevo che mi sarebbe servita un’alzata decente per piazzarmi bene. Nel C&J, il mio pr è 355.”

 

Preparare una challenge: strategia VS improvvisazione

Hai rallentato molto nell’Hitting the Sloped with Grace, invece.

“Credo di aver spinto troppo nella prima metà, con lo ski erg, e quando è stato il momento del bilanciere mi sentivo scoppiato.”

Intanto Tyler Christophel vince il Groundhog Day. Era il favorito?

“Non penso che ci siano dei favoriti per i WOD. In fondo, penso che tutti gli atleti possano tirare fuori una prestazione vincente.”

Il resto è storia, o quasi. Quando ti sei reso conto che stavi per vincere?

“All’ultimo workout: ero al primo posto, e quel workout aveva due movimenti che adoro. C’era tutto il potenziale per divertirsi!”

Ora si avvicina la preparazione dei Games. Come cambia l’allenamento di un professionista?

“Adesso l’allenamento diventerà sicuramente più eccitante. Proverò a fare più outdoor come nuoto, strongman, e conditioning con oggetti di forma strana”

I Games sono una cosa grossa. Aspettative?

“Credo che ci andrò con lo stesso spirito che avevo alla MACC: basso profilo di stress, e molto divertimento. Spero che i Games mi insegnino a conoscere sempre di più il mio essere atleta.”

Gli chiediamo se abbia qualche rituale pre-gara.

“No, nessuno.”

E così, Hethcock si aggiudica la partecipazione ai Games.

Avendo solo in mente di divertirsi.

 

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