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Esclusiva – Intervista con Coach Briganti: la sua Reebok CrossFit® Officine Milano protagonista ai Reebok CrossFit® Games 2019

Da oggi cominciano i CrossFit® Games, evento che catalizza l’attenzione del movimento, che finalmente chiuderà la stagione con lo scontro finale tra i migliori crossfitter del pianeta e che seguiremo con tanti approfondimenti qui su CrossMAG. A cominciare dalla mattinata americana (il pomeriggio italiano) verrà dato fuoco alle polveri: tra i protagonisti anche il nostro Stefano Migliorni, atleta italiano della Reebok CrossFit® Officine Milano, e Oana Catalina Chelmus, entrambi allenati dalle sapienti mani di coach Ernest Briganti.

 

Proprio con coach Briganti, direttamente da Madison, Wisconsin dove i tre si trovano da una settimana per prepararsi al meglio, abbiamo fatto quattro chiacchiere in esclusiva tra preparazione, favoriti e l’emozione di esserci a giocarsela.

 

Cominciamo dalla domanda che forse tutti vorrebbero sentirsi fare, sicuramente che tutti vorrebbero farvi: come ci si prepara ai CrossFit® Games?

La preparazione per i Games dev’essere ovviamente la più completa possibile. Siamo arrivati qui preparandoci a 360° perché non sai cosa succederà. E vale per entrambi. Poi, una volta qui, abbiamo lavorato con una sessione al mattino ed una al pomeriggio. Abbiamo lavorato su tutti i piani di movimento, pur non facendo richiami ai massimali nel weightlifting, abbiamo tenuto un occhio di riguardo all’aerobica. Abbiamo anche provato i vari dettagli nei passaggi, come l’entrata e l’uscita dal lago, cercando di fare il tutto nel minore tempo possibile; questo anche al di là del provare nel vero senso della parola delle sessioni nel lago: non si presta molto ad allenarsi ora, ci sono un sacco di alghe che ti avviluppano e ti impediscono i movimenti. L’infortunio alla spalla di Stefano ha naturalmente condizionato tutta la preparazione perché abbiamo dovuto girare intorno a quello. Mentre i limiti di Catalina in termini di forza, nei lavori di Strongman o Sandbag Carry di vario tipo sono una sua debolezza. Sicuramente abbiamo fatto dei passi da gigante ma non è in 3 mesi di preparazione che superi una cosa così. Lei è un scricciolo e viene dalla ginnastica, è un’atleta leggera che ha altre caratteristiche e punti di forza.

Adesso che ci siete, cosa vi aspettate da questi Games? Avete una “posizione-target”?

È la prima volta che mi trovo in una condizione di gara come questa. Qualsiasi gara in Italia, Stefano deve vincere e Catalina deve arrivare sul podio. Hanno quella pressione lì, è diversa anche se il livello è più basso. Qui ai Games è una situazione un po’ al contrario. Sono tanti anni che lavoriamo per centrare questo obiettivo, finalmente siamo qua, ma non abbiamo grosse aspettative. Il nuovo formato di gara è totalmente da conoscere, non si sa nulla dei Workout, meno di zero. Domattina [oggi, ndr] si parte e vediamo. Siamo nel palcoscenico più importante che potessimo desiderare e andiamo a cuor leggero, non abbiamo alcun tipo di aspettativa e di conseguenza nessuna posizione target. L’unico target che ci poniamo è quella di passare più cut possibili. I ragazzi faranno il possibile per superare i tagli: questo è il target.

Quali sono gli esercizi che temete di più e quali quelli che vorreste incontrare?

Tra quelli che temiamo di più ci sono tutti i movimenti a carichi pesanti, in Overhead, per Stefano: la sua spalla è compromessa e quindi non può farli. Per Catalina invece i carichi pesanti in generale: Snatch superiori ai 60kg, Deadlift superiori ai 120kg sono per lei un po’ bestie nere. Sostanzialmente da temere è il bilanciere pesante. Quanto a quelli che vorremmo trovare direi tutti gli altri. Tutto il resto del CrossFit® anche perché, sicuramente, la diabolica mente di Castro avrà elaborato dei WOD bellissimi come sempre ai Games. E soprattutto CrossFit® nel vero senso della parola, che testano la capacità di lavoro in diverse modalità e domini di tempo.

Avete ricevuto qualche rumors, anticipazione o idea su quali Wod ci saranno?

Come dicevo: non si sa nulla. Meno di zero. Ieri sera [due giorni fa, ndr] alla cena degli atleti, Castro è uscito e ha detto: “Il primo WOD sarà… annunciato più tardi nel corso della giornata”. Ed è andato via dietro le quinte. Alla sua maniera. Come da copione: ready for the unknown and unknownable.

Chi sono, secondo te, i favoriti?

Tra gli uomini sicuramente Fraser. Dico un’ovvietà ma il gap tra lui e gli altri è enorme, il suo staff: è costruito per vincere esattamente come succedeva per Froning, tutte le persone che gli ruotano attorno sono il suo più grande sostegno e lui è una macchina difficile da battere. E tra l’altro ha un obiettivo molto chiaro in mente dal punto di cash prize: è il suo 4° Games, arriva a 1,2 milioni di dollari più gli sponsor quindi ha 1 milione e 200 motivi per fare bene e vincere ancora. Tra le donne altrettanto naturale dire Tia Toomey. Per le condizioni in cui si è allenata nell’ultimo anno, praticamente sempre con Fraser. Negli eventi sanzionati ha dominato il campo. Un’altra atleta che ha tanta voglia di fare bene, anche perché è stata penalizzata negli ultimi anni da vicende diciamo extra-floor, è Sara Sigmundsdóttir. Tutte hanno una gran voglia di fare bene tra le “-dóttir”, però che lei credo abbia trovato un po’ la quadra per allenarsi bene e che abbia trovato un coach che riesca a farla crescere.

Qual è la sensazione di essere lì al centro del CrossFit®, coi più forti e sul palcoscenico più importante?

È una sensazione meravigliosa. È la cosa più bella che potessi desiderare da allenatore, la più bella per Stefano e per Catalina, che si è qualificata quest’anno. È una figata senza senso! Sei qui con quelli che di solito vedi nei behind the scene, vedi sul tubo. Sei in mezzo a loro, a fare esattamente quello che fanno loro e a fare quello per cui ti prepari tutti giorni da tanti anni. È davvero una grandissima gratificazione. Io sono super-grato ai ragazzi per l’impegno che ci hanno messo, a tutti quelli che ci sostengono. Essere qua, avere la libertà di poter arrivare una settimana prima, poter affrontare gli ultimi giorni di preparazione con calma… È una cosa di cui essere pienamente grati. Questo è possibile grazie allo staff di Officine, perché il box rimane aperto e i miei ragazzi stanno lavorando. Non avremmo potuto questa libertà di muoverci senza di loro: gli sono grato, sono grato a tutti gli appassionati che si allenano da noi. Ci sono vicinissimi, ci mandano 10 mila messaggi al giorno, sono gasatissimi e ti danno la carica. È una bella sensazione: ti senti bene, realizzato, gasato. Come quando conquisti una cosa importante.

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