Lei è romana, piena di energia e di sogni nel cassetto. Parliamo di Valentina Magalotti, che in quest’ultimo anno è riuscita ad arrivare a dei traguardi pazzeschi: rappresenterà l’Italia in due gare importantissime del panorama, il Dubai Championship e il Wodapalooza a Miami.
In mezzo ai suoi mille impegni, è riuscita a dedicarci un po’ di tempo, per fare questa bellissima intervista, dove emerge tutto il suo amore per quello che fa, dimostrando che davvero volere è potere!
Ciao Vale! Che piacere farti questa intervista! Ci racconti il tuo background? Oltre al CrossFit® cos’altro fai nella vita?
Ciao ragazzi, è un piacere anche per me fare questa intervista! Come già sapete mi chiamo Valentina Magalotti, ho 32 anni, sono nata e cresciuta a Roma e sono un’atleta CrossFit da circa 6 anni.
Che altro faccio nella vita?! Bella domanda! Sono laureata in economia e gestione aziendale, con un master in Management dello Sport. Diciamo che appena mi sono approcciata al mondo del lavoro mi sono accorta che era difficile conciliare il lavoro di ufficio con la carriera sportiva.
Stare dietro ad una scrivania non faceva per me, pertanto ho deciso di concentrarmi sulla mia carriera agonistica.
Quindi attualmente sono un’atleta, gestisco il mio box e anche un’altra Associazione Sportiva di ginnastica artistica per bambini, che sta a Monteverde Sant’Egidio sempre qui a Roma.
E come è nata la tua passione per il CrossFit®?
E’ nata un po’ per caso e grazie a mia sorella Chiara! Lei faceva CrossFit® e il suo allenatore era Yuri Elena. Una volta mi portò al box e feci una lezione praticamente privata… Diciamo che è grazie a loro che ho scoperto il CrossFit competitivo.
Da lì è nato tutto, è stato un colpo di fulmine! Ho iniziato a seguire la programmazione di Yuri, il Black Samba, alla quale abbiamo dato una casa, aprendo circa 3 anni fa CrossFit® Minus, che è il mio box che gestisco insieme al mio socio Claudio Crescenzi.
Tutto questo tuo impegno sta dando i suoi frutti: l’anno scorso sei arrivata 5° agli Open, quest’anno 2° e hai partecipato ad una Semifinals: il Lowlands Throwdown. Com’è stato?
Si, ho iniziato con le prime gare nella categoria scaled per poi fare il salto di qualità come RX. Abbiamo fatto tutte le gare che si potevano fare in Italia…poi ad un certo punto sono subentrate le gare internazionali.
Pensate che le esperienze più importanti le avrei dovuto fare negli anni in cui c’è stata la pandemia! Per cui niente, abbiamo aspettato e adesso sono arrivate le altre qualifiche.
Come avete detto, quest’anno sono arrivata 2° agli Open e sono riuscita a entrare al Lowlands. Che dire? E’ stata dura…Ho dovuto fare i conti con la testa, che era una cosa che davo un po’ per scontato diciamo.
Credevo che, tutto sommato, avendo un buon allenamento alle spalle sarei stata pronta ad affrontare le sfide. Invece poi mi sono accorta che si può perdere la testa ed è anche molto più facile di quello che si pensa e che ovviamente è compito dell’atleta cercare di rimanere concentrati e focalizzati; è importante tanto quanto spingere fino all’ultima ripetizione.
È stato difficile poi fare un esame di coscienza e dover prendere atto di alcune cose che non hanno a che fare con la prontezza o la preparazione fisica, ma più che altro con la propria mente.
Ti abbiamo vista gareggiare anche in altre gare di calibro come il french throwdown, il Madrid Championship (sei arrivata 12°!) e l’october challenge… in più hai fatto le qualifiche per altre gare importanti come Wodapalooza e Dubai. Come fai a fare tutto?
Si, diciamo che individuato il problema, si cerca di risolverlo. Mi sono messa in gioco, il French appunto è stata una bella opportunità. Poi c’è stato Madrid, una bellissima gara, in cui stavo andando bene ma poi un maledetto workout mi ha rovinato tutto perché sono finita 44° overall.
Anche in quel workout non ho saputo reagire…Sapevo perfettamente di poter arrivare tra le prime 5 invece sono tornata a casa 12°, pazienza.
Poi sono arrivate le qualifiche per il Wodapalooza e Dubai, che si sono sovrapposte! È stato un periodo piuttosto incasinato effettivamente…
Come ho fatto a fare tutto? Non lo so nemmeno io! Ci vuole tanta organizzazione e sicuramente un coach che ti stia accanto e ti aiuti a delineare una timeline ed i vari incastri per poter portare avanti progetti del genere.
Ecco, una cosa molto importante è cercare di non sprecare energie, perché è vero, le qualifiche online non hanno un limite e ognuno a casa sua può provare quante volte vuole. Ma alla fine il gioco non vale la candela, perché sono comunque workout impegnativi e fare il redo per svariate volte può essere sfiancante.
Come sono andate le qualifiche per il Wodapalooza e Dubai? Hai avuto qualche difficoltà?
Come dicevo, le qualifiche del Wodapalooza e quelle del Dubai erano sovrapposte no? Quindi forse la maggiore difficoltà è stata quella… Comunque è stato bello farle, intenso eh, ma bello perché avevo la voglia di viverle e poi di scoprire come sarebbe andata a finire.
Magari uno crede di aver fatto un buon score nel workout, ma poi deve controllare quello che fanno anche gli altri no? A volte il tuo “aver dato il massimo” può non bastare…
Stavolta pare che sia bastato! Com’è stato scoprire di aver superato entrambe le qualifiche e ricevere l’invito a due gare importantissime?
Ovviamente non posso che essere felicissima! Non vedo l’ora di andare a competere! Un po’ di tensione c’è, ma è normale dato che sono delle supergare…
La sensazione è quella di voler fare bene ma anche di capire come sarà! Nel senso, questa sarà la prima volta per me sia a Dubai che a Miami, quindi sono gasatissima!
Ovviamente il mio obiettivo è quello di dare il meglio di me, di fare il meglio di quello che so fare, veramente!
Molti non lo sanno, ma ci racconti come funziona una volta che ricevi la mail con il risultato? Ti devi iscrivere alla gara e organizzare da sola il viaggio? Come si fa per il biglietto aereo/sistemazione/mangiare…
Sì, allora banalmente si riceve l’invito per la gara e devi poi seguire la procedura: accetti l’invito, ti iscrivi sulla piattaforma e poi devi sostenere un costo importante per accedere alla competizione.
Poi bisogna organizzare sicuramente il viaggio: pensare ai biglietti aerei e alla sistemazione. Io personalmente preferisco l’appartamento, così posso cucinarmi quello che devo mangiare, considerando anche le mie importanti allergie.
Insomma, devi cercare di essere pronto al meglio per quando arrivi lì. Serve sicuramente fare due conti da un punto di vista economico per organizzare al meglio il pre gara.
Immaginiamo che sia molto oneroso, appunto, dover gareggiare in queste competizioni internazionali, motivo per cui hai creato una raccolta fondi giusto?
Già! E’ decisamente oneroso… Anche perché la stessa iscrizione ha un costo non indifferente. Quindi, visto che non ho sponsor, ho deciso di creare questa raccolta fondi su gofundme.
Devo dire che sto scoprendo, con una gioia immensa che mi riempie il cuore, che c’è tanta gente che crede in me! Ve lo dico sinceramente, non pensavo di poter ricevere così tanto sostegno da così tante persone diverse, tra cui gente appunto che non mi conosce, ma anche di gente che mi conosce e che semplicemente vuole credere un po’ di più nel mio lavoro…. Questo è commovente!
Perciò ancora di più cercherò di fare del mio meglio in queste due gare!
Quali sono i tuoi progetti per il 2023?
Dopo il Wodapalooza inizia di nuovo la trafila per la stagione ufficiale. Quindi: Open, SemiFinals e, se tutto dovesse andare bene, Games.
Questo è un po’ quello che mi aspetta. Poi conto di fare di nuovo French, Madrid e German!