Dopo due anni di duro lavoro un sogno diventa realtà: è nato A.F.F.I, ovvero, l’Associazione Functional Fitness Italia, un progetto che vuole portare il fitness funzionale nel programma dei Giochi Olimpici.
Noi di CrossMag siamo felici di annunciare la nostra partnership con l’AFFI e per partire con il botto, abbiamo intervistato il Presidende Neil MacLeod in prima mano per voi!
Indice
Che cos’è “A.F.F.I” e qual è il vostro obiettivo e il vostro progetto?
AFFI – Associazione Functional Fitness Italia nasce per lo sviluppo e la tutela della disciplina sportiva del Functional Fitness in Italia nel rispetto delle disposizioni emanate dalla International Functional Fitness Federation e dal CONI.
In parole povere, vogliamo far riconoscere come disciplina sportiva il fitness funzionale che è attualmente praticato a livello agonistico da migliaia di atleti che, allo stato, in Italia non possono essere definiti tali perché il loro sport non è riconosciuto. Dobbiamo rimuovere questa disparità.
Quale è il rapporto tra CrossFit® e Functional Fitness?
Mi permetto di essere abbastanza diretto su questo punto. AFFI non è competitor né antagonista di CrossFit®.
Il CrossFit® è una azienda che si occupa di lifestyle, programmi di allenamento, nutrizione. AFFI è una ONLUS che si occupa di attività agonistica, di regolamenti di gara, di atleti. Non abbiamo nessun punto di contatto o conflitto.
Gli eventi quali i CrossFit® Games non sono il focus del brand. CrossFit®non ha interesse nella regolamentazione delle restanti gare che si sono sviluppate in Italia e nel mondo, non è il loro ambito di business. Questo è stato oggetto di specifico chiarimento con Crossfit Italia.
Il mio primo atto da Presidente è stato, infatti, informare CrossFit®Italia dell’inizio della nostra attività sul territorio italiano.
Ho rilevato che sui social in pochi hanno ventilato l’idea che AFFI possa nuocere a CrossFit® ed a chi si occupa o vive di CrossFit®. Non è così. Non siamo ne saremo mai una alternativa valida a CrossFit® perché ci occupiamo di altro, l’agonismo.
Non disincentiveremo mai le affiliazioni a CrossFit®, tutt’altro. Non supporteremo mai eventi in contrapposizione ad eventuali eventi CrossFit®in Italia. In AFFI, anche per le icone italiane del CrossFit®, vi sono opportunità e garanzie di sviluppo.
Gli amanti di CrossFit®, a cui piaccia anche gareggiare oltre che negli eventi ufficiali del brand (ed in Italia abbiamo circa 80 eventi non sanzionati CrossFit®) devono supportare AFFI perché l’associazione è stata creata proprio per tutelarli.
Comprendo e rispetto ogni tipo di paura ma, in questo caso, dove la circostanza che AFFI sia antagonista di CrossFit®non è altro che una fake news, ogni paura è ingiustificata.
Una palestra può essere affiliata CrossFit® e anche affiliata AFFI?
Riportandomi a quanto detto innanzi, assolutamente si. Le due affiliazioni possono coesistere e servono a scopi diversi.
Perché è stato deciso di prendere in considerazione la nascita di questa federazione?
Non è stata una decisione ma la risposta a diverse necessità: tutela della salute degli atleti, la necessità di avere regolamenti unici sull’intero territorio nazionale, la necessità di tutelare gli organizzatori e le associazioni sportive, la tutela delle competizioni e la necessità di contrastare attivamente il doping, il desiderio di dare agli atleti il giusto riconoscimento agonistico e, perché no, una prospettiva lavorativa in futuro.
Ci puoi indicare una road map?
Siamo una realtà riconosciuta dalla International Functional Fitness Federation. In questi giorni stiamo allargando la base degli affiliati e stiamo lavorando sulle regolamentazioni uniche. Al contempo abbiamo incominciato a prendere contatti con CONI e CONI-NADO che è l’autorità antidoping.
Stiamo altresì lavorando sulla stagione agonistica 2020 e su un bando aperto per la selezione delle gare che vorranno aderire al Circuito che realizzeremo nel 2021.
Quindi si tratta di creare una federazione e far diventare questo sport riconosciuto?
L’obiettivo è ambizioso ma è esattamente questo. Vogliamo in concreto:
- Far riconoscere dal CONI il fitness funzionale come disciplina sportiva in Italia, rimuovendo definitivamente i rischi connessi ad un eventuale illegittimo inquadramento delle associazioni che lo praticano nel Registro CONI, con le derivanti conseguenze sanzionatorie da parte dell’Agenzia delle entrate.
- Farci riconoscere dal CONI come Disciplina associata e poi come Federazione
- Riconoscere ed applicare i principi regolamentari della IF3 – International Functional Fitness Federation;
- Promuovere ed applicare le normative CONI e WADA;
- Creare e promuovere un set di competizioni riconosciute a livello nazionale ed internazionale;
- Identificare i partecipanti ai campionati mondiali e continentali riconosciuti dal IF3;
- Supportare gli associati con condivisione di best practices, consulenza legale, fiscale, assicurativa e convenzioni dedicate.
- Oltre questo, ci piacerebbe vedere una gara di functional fitness nel programma delle Olimpiadi di Los Angeles 2028.
Quali sono stati i problemi riscontrati nello sport così com’era finora?
In Italia ci sono molte norme che riguardano lo sport, tanti profili di responsabilità da considerare, tanti obblighi da rispettare. Chi svolge, organizza o allena atleti di fitness funzionale ad oggi in molti casi risulta inevitabilmente inadempiente. Vogliamo garantire una tutela completa a chi ama il nostro sport.
Quali saranno i costi e i servizi forniti agli affiliati?
Fino a fine settembre affiliazione e tesseramento 2020 saranno gratuiti. Successivamente costi e servizi saranno correlati. I costi per il rinnovo resteranno comunque ampiamente sostenibili.
Si potranno affiliare solo i box o anche gli atleti praticanti professionisti (detti indipendent)?
In questo momento stiamo affiliando le ASD e stiamo procedendo al tesseramento che ne fanno richiesta, anche in maniera svincolata da societaà. Stiamo cercando anche volontari che possano aiutarci nel portare avanti il progetto.
Un messaggio finale ai nostri lettori?!
Vi ringrazio per l’intervista. Vogliamo che per lo Stato italiano il Fitness Funzionale venga riconosciuto come sport. Dobbiamo farlo per atleti, competizioni, allenatori ma anche per gli sponsor, tutte le aziende ed i lavoratori che operano nel settore.
Se ci riusciremo dipenderà dal numero di persone che condivideranno il messaggio e dalla capacità di portarlo avanti. Ora è il momento giusto per unirsi sotto una stessa bandiera. Bandiera che, ritengo opportuno precisare, non è la mia o del consiglio direttivo di AFFI, ma di tutti.
AFFI è una associazione democratica nella quale sono gli affiliati ed i tesserati a decidere da chi essere guidati. La mia carica di Presidente o quella dei miei colleghi consiglieri sono cariche eleggibili che dovranno essere ratificate o modificate dall’Assemblea, quindi è fondamentale che anche chi non è d’accordo con la attuale linea di azione dell’associazione, ma ne condivide comunque le finalità, salga a bordo per esprimere democraticamente la propria opinione.