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Giandomenico Mesto, dal calcio al CrossFit: l’intervista

Il crossfitter viene spesso da altri sport, lo abbiamo scoperto in questi mesi di interviste. Una storia come quella di Giandomenico Mesto però, non l’avevamo ancora sentita. Il difensore, ritiratosi nel 2017, ha giocato principalmente nella Reggina e nel Genoa, con ottime incursioni anche nel Napoli e nell’Udinese.

Un giocatore di altissimo livello che ha fatto anche un pezzo della storia della Nazionale italiana. Oggi Giandomenico è un appassionato di CrossFit a tutti gli effetti e siamo contentissimo di accoglierlo su CrossMag per raccontarvi la sua storia.

Molto si è parlato della sua trasformazione fisica, ma quello che ci interessava di più è la trasformazione mentale dell’atleta professionista che dallo stadio, oggi a 37 anni ricerca emozioni nuove tra le mura di un box. Ecco la nostra chiacchierata.

Dal calcio al CrossFit il passo non è così breve. Insomma, siamo abituati a atleti che vengono dalla ginnastica, dal weightlifting, non è comune dal calcio.
Di base c’è sicuramente la voglia di tenermi in forma, questo diciamo è sempre stato il diktat della mia vita a prescindere dagli impegni professionali. Mi sono avvicinato al CrossFit perché come molti mi annoiava un po’ la sala pesi, ho cercato un box e ho cominciato la mia avventura.

Cos’hai trovato di bello nel CrossFit?
Un giusto mix tra sfogo, fatica e allenamento. Già quando giocavo nel Genoa, con il mio preparatore atletico Alessandro Pilati, uno dei migliori in circolazione, ci divertivamo a fare qualche circuito di allenamento funzionale per spingere di più rispetto ai vari allenamenti in squadra. Due stagioni fa ho smesso ed eccomi qua.

Hai oltre 450 presenze in campo, una vita di calcio ad altissimo livello. C’è qualcosa che ti manca di quel momento di carriera?
Di sicuro mi mancano le grandi emozioni delle partite, delle vittorie, delle sconfitte, l’adrenalina, le tante sfide in fascia con i miei avversari ma anche la routine degli allenamenti e dello spogliatoio. Si creano gruppi davvero uniti, come se fossimo tanti fratelli.  C’è anche nel CrossFit questo aspetto, ma ovviamente l’ho vissuto in un periodo diverso e molto importante della mia carriera. Ha un valore che rimarrà speciale.

La tua preparazione settimanale in cosa consiste? Raccontaci la tua settimana tipo!
Mi alleno quattro volte la settimana da lunedì al venerdì con rest al giovedì. Il sabato a seconda del tempo a disposizione vado a correre o mi alleno al box facendo qualche wod a team! Mi alleno principalmente al box 9091 Crossfit di Sanremo, dove passo gran parte dell’anno, poi quando sono a Monopoli, nella mia città natale mi alleno al box Crossfit Monopoli dell’amico Angelo Maiellaro. Sono seguito da ottimi coach.

Dal punto di vista del benessere fisico cosa ti dava il calcio e cosa ti dà il CrossFit?
Sono due tipi di allenamenti molto diversi tra loro  ma l’obiettivo non è diverso: è essere al top della forma per obiettivi specifici. In ogni caso ci si allena per riuscire ad esprimersi al massimo a seconda di quello che si deve fare e in questo non trovo che sia molto diverso. Il mio corpo è cambiato seguendo questi obiettivi.

In qualche intervista hai detto che non hai il sogno di allenare nel calcio. Non sei l’unico, ma è difficile capire come mai. Puoi spiegarci perché?
Credo che allenare sia un po’ come una vocazione, un qualcosa che ti parte da dentro e del quale quasi non sia riesca a fare a meno. Io amo il calcio e mi manca, ma quello che mi manca riguarda tutto quello che facevo in campo. “Dirigere” sarebbe un’altra cosa, che al momento non sento faccia per me.

Quali sono le skill migliori che hai? Qual è il tuo forte in allenamento? Ci piacerebbe sapere anche dove magari hai più difficoltà, se c’è qualche skill che stai cercando di migliorare in questo periodo.
La cosa che devo ancora imparare è riuscire ad eseguire i butterfly pull up! Nelle altre non ho davvero problemi. Forse insieme ai pull up ho l’handstand walk da migliorare
Per il resto riesco a cavarmela abbastanza in tutto, ma non sono di certo ancora un atleta di alto livello, è di certo una delle sfide belle di quando si fa Crossfit.

Ci sono dei progetti competitivi anche qui? Chi ha giocato in campo tutta la vita non riesce a smettere di mettersi in gioco!
Per adesso di no, ma mai dire mai! La gara ti da sempre quella bella sensazione di competitività che per uno sportivo è vitale. Chissà.

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