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Francesco Giardina si racconta: come ho portato Rich Froning in Italia

Ho pensato molto a come iniziare questa intervista, alla fine l’unica cosa che mi rimbombava nella testa era: la VOCE.

La voce di uno speaker che ha lavorato in diverse gare. Voce che ha gridato, pianto, sorriso e “sudato” insieme a CrossFitters di tutta Italia. Voce di una persona umile, simpatica e che di progetti ne ha tanti, e che tanti altri li ha già realizzati.

Proprio così! Progetti audaci come portare Rich Froning dall’America in Italia, per gareggiare insieme a noi, comuni mortali.

È esattamente per questo motivo, che noi di CrossMAG siamo riusciti ad avere un’intervista esclusiva con Francesco Giardina, la voce del WW4mori, fautore dell’idea di portare un’atleta di calibro internazionale in territorio sardo per un evento unico nel nostro paese.

Ciao Francesco! Che piacere averti qui con noi. Per chi non ti conosce: parlaci di te e del tuo background nel mondo CrossFit®.

Ciao ragazzi, grazie mille per questa opportunità! Allora, sono Francesco Giardina, ho 26 anni da vent’anni, sono di origini siciliane, ma vivo a Roma da oltre 20 anni.  La mia passione per questo sport è nata intorno al 2016, un po’ per caso, grazie ad amici che lo praticavano.

Mi è piaciuta subito la sua metodologia ed il senso di appartenenza… quindi è scattato l’amore, diciamo. Oggi mi alleno a Roma, al CrossFit® Aroma (box dove si è tenuto il workshop con Rich Froning!).

Che cosa faccio? In sostanza sono uno speaker di action sport, o come mi piace dire: “sport alternativi”. Non solo CrossFit® insomma, ma anche OCR, Spartan, Viking, gare di ostacoli… e tanto altro.

Sei diventato poi la voce di tante gare di livello nazionale e internazionale. Com’è stato il processo?

Ho fatto tante gare a Roma, dove mi occupavo sostanzialmente dalla parte speaker/intrattenimento dell’evento.

La mia prima grande gara è stata la prima edizione del Roma Throwdown nel 2017. Da lì ho alzato un po’ l’asticella per affrontare gare un po’ più importanti.

Infatti, in un frangente del genere ho incontrato Max Petrucci [organizzatore di WW4mori] e nel 2018 ho presentato la primissima edizione di ww4mori, che all’epoca era ancora una gara soltanto per il territorio sardo.

Ecco proprio lì volevamo arrivare… Ci racconti come mai avete deciso di ampliare questa gara, invitando anche atleti di calibro internazionale? E Perché solo team?

Allora, dopo questa edizione del 2018 ho pensato che avremmo dovuto farla diventare più grande, alzare il livello. L’unico modo era, appunto, chiamare qualche atleta internazionale.

Ci siamo imbattuti nella fatidica domanda “ma come facciamo a contattarli? Non abbiamo le conoscenze”…

Per fortuna avevo qualche contatto in America e tra questi c’era un mio amico che si occupa di sponsorizzazioni del NFL, che aveva il contatto di Rory Mckernan (agente/ marketing manager di RF).

Lui me l’ha girato dicendo che non sarebbe stato facile, ma ci ho provato lo stesso.  Ho chiamato Rory, ci siamo sentiti tramite messaggi e dopo mesi di organizzazione siamo riusciti ad avere finalmente un sì da parte loro.

Però ragazzi, è stata lunga eh! Sono stati circa 8 mesi di trattativa! Pensate che le firme sono arrivate a febbraio 2022…

Mi hai chiesto il perché di fare una gara per sole squadre: secondo il coach Petrucci e gli altri organizzatori la gara team era molto spettacolare, a maggior ragione avendo il team Mayhem sul floor, non potevamo fare diversamente!

Immaginiamo che sia stata un’impresa. Avevate pensato di chiamare anche altri nomi del panorama internazionale?

Si si, certo! Avevamo contattato Tia Clair Toomey, Katrin Davidsdottir e anche Fraser (che ai tempi ancora gareggiava).

Però una volta chiuso con Rich Froning e il team Mayhem non siamo andati avanti con nessun’altra trattativa.

Sapevamo anche che si erano iscritti Gui Malheiros, Haley Adams e altri…Come mai poi loro non sono venuti?

È vero! Malheiros purtroppo non ha potuto partecipare perché si è infortunato durante i Games e ha preferito non venire, dato che poi gareggerà al Rogue a fine Ottobre.

Adams la stessa cosa, sono cose che succedono…

Però alla fine abbiamo avuto il piacere di ricevere tutto il Team Invictus ed i ragazzi del team Mamma Mia… mica male, non è vero?!

Ovviamente! Veniamo poi al mitico giorno: com’è stato vederli arrivare? Come ti sei sentito?

Vabbè, l’emozione è stata incredibile perché per me Froning è un mito.

Il mio primo contatto con loro è stato in aeroporto, sono andato a prenderli a Fiumicino. Avevo Rich a 20m da me, ma stava entrando in bagno.

La cosa divertente è che anch’io dovevo andare, però mi sono detto “no, non posso conoscerlo dentro al bagno dai” e quindi ho evitato.

Ci siamo poi incontrati fuori, ci siamo presentati e gli ho fatto giusto quelle due domande di rito. Loro erano davvero molto stanchi, dopo 25 ore di viaggio.

Li ho portati in albergo e poi la sera abbiamo cenato insieme. E’ stato bello vedere anche tutto il dietro le quinte della vita degli atleti che vediamo solitamente in TV!

Loro come si sono trovati qui in Italia?

Erano entusiasti! Per alcuni era davvero la prima volta in Italia quindi volevano vedere tutto e assaggiare i nostri piatti tipici. Fai che hanno mangiato per 15 gg solo pasta e pizza!

Ho fatto praticamente il foodblogger per tutto il tempo: spiegavo cos’era questo, cos’era quello, cosa era meglio per loro… Pensate che Paige Power era pure celiaca, quindi abbiamo preparato praticamente le stesse cose per lei, ma tutto senza glutine!

I ragazzi sono stati davvero incredibili, non li ho visti mai sgarrare: niente vino, bevande gasate, niente zuccheri, né dolci in generale.

Raccontaci anche com’è stata la tappa a Roma? Abbiamo visto delle serate in Trattoria con tanto di cena tipica e canzoni italiane!

Bellissimo. A Roma ci siamo divertiti un sacco: siamo andati in giro come turisti, li ho portati a vedere le attrazioni principali, ci siamo allenati al box e poi c’è stato il compleanno di Hilary [moglie di Rich Froning].

Rich ha pensato di fare questa sorpresa ed io ho organizzato tutto. Durante tutto il giorno nessuno le ha fatto gli auguri, lui non le ha fatto il regalo e Hilary pensava che si fosse dimenticato. Era proprio triste, povera.

Invece poi la sera l’abbiamo portata nella classica trattoria romana, dove abbiamo cantato tutti insieme e le abbiamo dato il regalo: un chiavistello a forma di leone [NB: lei è un architetto d’interni, quindi ha una passione sfrenata per le porte, soprattutto in stile italiano].

E’ rimasta veramente felice, una sorpresa davvero ben riuscita.

Anche se, secondo me, la figura chiave di questo viaggio è stato Facundo. Lui è veramente una persona spettacolare, simpatica, parla fluentemente 5 lingue, è amante della musica, del cibo e della cultura italiana.

Tra l’altro è grazie a lui e Hilary che è stato possibile portare Rich in Italia.

Parliamo del workshop, com’è stata questa esperienza?

E’ stata veramente fantastica. Rich e Facundo sono stati molto presenti e attenti a tutti i partecipanti. Abbiamo fatto insieme 4 WOD dove lui andava lì a correggere la postura e dare consigli.

Molto bello anche a livello umano, potevi chiedergli qualunque cosa e lui è stato super disponibile. Poi vuoi mettere avere l’opportunità di allenarsi insieme al King?

Tutti erano felici ed emozionati per questo evento unico!

Tutto molto bello insomma! Quindi in sostanza com’è stata l’esperienza alla WW4 mori? Ci sarà una prossima edizione?

Quello che porto a casa di questa gara è che molto spesso, il tuo mito il tuo campione è molto più vicino a te di quanto tu possa pensare!

Secondo me la WW4 mori è stata una bella gara, ben organizzata, ma, ovviamente, con qualche punto ancora da migliorare.

Forse c’è stata qualche pecca per inesperienza, ma sono cose che verranno messe a punto per la prossima edizione.

Gli atleti si sono divertiti, in nessun momento si sono lamentati pertanto credo che abbiamo fatto un bel lavoro.

Per il futuro, valutiamo sicuramente di chiamare ancora qualche atleta internazionale, dobbiamo solo capire a livello di budget cosa riusciremo a fare.

I ragazzi [team Mayhem] erano tutti felici e ci han detto che vorrebbero ritornare, chi lo sa!

In questo mese di Ottobre, faremo delle riunioni e se così sarà a fine anno uscirà la data. Ovviamente io vorrei aumentare ancora l’asticella, chissà magari far trasformare la ww4 mori una gara Sanctional di qualifica ai Games.

Che meraviglia! Speriamo davvero che questo progetto vada in porto! Giusto per chiudere ci racconti quali sono i tuoi progetti futuri?

Il mio progetto di questo 2022/2023 è portare il CrossFit® Mainstream. Ci stiamo già lavorando da un anno e non vi posso svelare molto adesso, ma presto saprete di più.

In sostanza, vorrei portare a chi ancora non ci conosce la metodologia CrossFit® e far capire che questo sport non è solo muscoli ,ma che è proprio adatto a tutti.

Curiosità che abbiamo scoperto con l’intervista a Francesco Giardina

Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.”

Abbiamo cercato di capire il perché di questa sua usanza e in una sua vecchia intervista ci siamo imbattuti in queste parole:

“Quando ho iniziato a leggere seriamente la Bibbia nel 2011, la competizione era diventata il mio mondo e trovavo il mio valore nel successo. Quell’anno mi sono imbattuto in Galati 6:14. Il versetto mi ha talmente colpito che l’ho tatuato sul fianco. Da allora, inserisco “Galati 6:14″ ogni volta che firmo un autografo. Questo mi ricorda sempre che non si tratta di chi sono io, ma di chi sono in Gesù; non si tratta di quello che faccio, ma di quello che lui ha fatto per me”.

Un ringraziamento speciale va a Francesco Giardina per averci dedicato questa intervista esclusiva raccontando il background della WW4 mori.

Se volete seguirlo lo trovate su IG con in profilo @francescogiardinaquello

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